Banca d’Italia ha pubblicato una comunicazione sul rafforzamento della propria attività antiriciclaggio e di contrasto al finanziamento del terrorismo.
In particolare, evidenzia Banca d’Italia, a livello europeo è in corso una riforma per il rafforzamento del quadro normativo e dei controlli AML/CFT mediante la definizione di una disciplina maggiormente armonizzata (single rulebook) e la previsione di nuova Autorità europea (Anti-money laundering Authority, AMLA) per la quale sono previsti, tra l’altro, poteri di vigilanza sugli intermediari.
Sul punto, Banca d’Italia ha deciso di rafforzare la propria attività di vigilanza, mediante la previsione di una nuova struttura, l’Unità di Supervisione e normativa antiriciclaggio (SNA), alle dirette dipendenze del Direttorio.
Tale previsione consentirà alla Banca d’Italia anche di interagire con miglior efficacia nel nuovo sistema europeo in fase di definizione.
L’Unità SNA – in cui sono confluite tutte le attività AML/CFT fino ad ora svolte dal Dipartimento Vigilanza Bancaria e Finanziaria – adempirà ai propri compiti mediante tre divisioni, di cui due destinate all’attività di supervisione e una che seguirà i profili normativi, metodologici, di cooperazione internazionale e di analisi dei rischi.
In questo contesto, la Banca d’Italia ha iniziato un percorso di modifica delle metodologie AML/CFT che prevede, tra l’altro, di ampliare le informazioni a sostegno delle attività di analisi.
Tale opzione è coerente con gli Orientamenti EBA sulla vigilanza AML basata sul rischio – di recente entrati in vigore – che chiedono alle Autorità di vigilanza di basare la propria azione su una pluralità di fonti informative, necessarie al confronto con i soggetti vigilati, all’individuazione di tendenze e rischi emergenti e alla conduzione di valutazioni di rischio settoriali e individuali.
In particolare, le Linee Guida prevedono in modo espresso la necessità di acquisire informazioni su tipologia di clientela, canali distributivi, operatività, prodotti e servizi offerti e sull’esposizione al rischio geografico.
In una prima fase, le informazioni inerenti questi fattori di rischio – che non siano già disponibili nel patrimonio informativo della Banca d’Italia – saranno acquisite mediante un questionario in formato excel rivolto agli intermediari vigilati.