Il Consiglio dei ministri ha approvato il Documento di economia e finanza (DEF) 2023, previsto dalla legge di contabilità e finanza pubblica (legge 31 dicembre 2009, n. 196).
Il DEF espone i tre obiettivi principali della politica economica e di bilancio del Governo per il medio termine:
- in primo luogo, il Governo mira a graduare la rinuncia ad alcune delle misure straordinarie di politica fiscale che sono state adottate negli ultimi tre anni, al fine di individuare nuovi interventi che possano sostenere i soggetti più vulnerabili e rilanciare l’economia.
- in secondo luogo, il Governo intende ridurre gradualmente, ma in modo sostenuto nel tempo, il deficit e il debito della pubblica amministrazione in rapporto al prodotto interno lordo (PIL). Il Governo conferma gli obiettivi di indebitamento netto in rapporto al PIL già dichiarati a novembre nel Documento Programmatico di Bilancio (DPB), che prevedono un deficit del 4,5% del PIL per l’anno in corso, del 3,7% nel 2024 e del 3,0% nel 2025. L’obiettivo per il 2026 è stato posto al 2,5%.
- infine, il Governo intende sostenere la ripresa dell’economia italiana al fine di conseguire tassi di crescita del PIL e del benessere economico dei cittadini più elevati rispetto a quelli registrati nei due decenni scorsi. In questo modo, si mira a favorire una maggiore prosperità per il paese e per tutti i suoi abitanti.
Nel breve termine, il Governo ha dichiarato di voler sostenere la ripresa della crescita economica, come segnalato dai dati più recenti, e allo stesso tempo mantenere sotto controllo l’inflazione.
L’obiettivo di deficit attuale (4,5%) nel Documento di Economia e Finanza (DEF) consentirà di introdurre un provvedimento a breve termine che prevede una riduzione dei contributi sociali a carico dei lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi per un totale di oltre 3 miliardi di euro da maggio a dicembre di quest’anno.
Questa decisione mira a sostenere il potere d’acquisto delle famiglie e contribuire alla moderazione della crescita salariale. Insieme ad altre misure incluse nella legge di bilancio, dimostra l’attenzione del Governo per la tutela del potere d’acquisto dei lavoratori e, allo stesso tempo, per la moderazione salariale al fine di prevenire una pericolosa spirale salari-prezzi.
Per il 2024, le previsioni di finanza pubblica indicano che ci sarà un deficit tendenziale del 3,5% e che l’obiettivo del 3,7% del PIL sarà mantenuto, creando così uno “spazio di bilancio” di circa lo 0,2% del PIL. Questo spazio di bilancio sarà utilizzato per finanziare il Fondo per la riduzione della pressione fiscale, per le politiche invariate a partire dal 2024 e per continuare a ridurre la pressione fiscale nel 2025-2026. Ciò contribuirà a una significativa revisione della spesa pubblica e a una maggiore cooperazione tra il fisco e il contribuente.
Le previsioni di crescita del PIL nel Documento di Economia e Finanza (DEF) sono conservatrici, basate sulla prudenza e l’affidabilità. Nel caso di una legislazione vigente, il PIL è previsto aumentare dello 0,9% in termini reali nel 2023, una revisione al rialzo rispetto alle previsioni precedenti del Documento programmatico di bilancio di novembre, dove la crescita del 2023 era stata stimata allo 0,6%. Si prevede inoltre che il PIL aumenterà del 1,4% nel 2024, del 1,3% nel 2025 e dell’1,1% nel 2026.
Grazie alle nuove misure fiscali delineate nel Documento di Economia e Finanza (DEF) per il 2023 e il 2024, la crescita del PIL nello scenario programmatico è prevista al 1,0% quest’anno e al 1,5% nel 2024.