Il Parlamento europeo ha adottato la propria posizione sulla proposta di regolamento che istituisce l’Autorità antiriciclaggio europea e che modifica i regolamenti (UE) n. 1093/2010, (UE) 1094/2010 e (UE) 1095/2010.
Il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo sono problemi seri che rappresentano una minaccia per l’economia e il sistema finanziario dell’UE, nonché per la sicurezza dei suoi cittadini. Secondo Europol, circa l’1% del PIL annuo dell’UE è coinvolto in attività finanziarie sospette. Questo è un problema che non può essere ignorato e deve essere affrontato con urgenza.
Nel luglio 2019, la Commissione europea ha adottato una serie di documenti che analizzavano l’efficacia e l’efficienza del regime dell’UE in materia di lotta al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo. La conclusione è stata che erano necessarie riforme, anche nel settore della supervisione e della cooperazione tra unità di informazione finanziaria (FIU).
La strategia dell’UE per l’Unione della sicurezza per il periodo 2020-2025 ha sottolineato l’importanza di rafforzare il quadro dell’UE in materia di lotta al riciclaggio di denaro e al finanziamento del terrorismo per proteggere i cittadini europei dal terrorismo e dalla criminalità organizzata.
Per affrontare le carenze attuali in materia di supervisione AML/CFT riscontrate nell’Unione, è stata proposta l’istituzione dell’Autorità antiriciclaggio europea (AMLA). Attualmente, la supervisione AML/CFT è basata sugli Stati membri, ma la sua qualità ed efficacia non sono uniformi, e l’approccio a situazioni transfrontaliere non è coerente.
L’Autorità antiriciclaggio europea sarebbe un organismo europeo che garantirebbe un livello uniforme di supervisione AML/CFT in tutta l’UE. Questo sarebbe un passo importante per proteggere l’integrità dell’economia e del sistema finanziario dell’UE e la sicurezza dei suoi cittadini.
La relazione dell’Autorità bancaria europea (EBA) ha evidenziato che non tutte le autorità competenti sono in grado di collaborare efficacemente con gli interessati nazionali e internazionali per la supervisione AML/CFT. Inoltre, ci sono differenze nei metodi per identificare i rischi e applicare l’approccio basato sul rischio alla supervisione. Mentre alcuni rischi sono di natura nazionale, altri possono influire sull’intero sistema finanziario dell’Unione.
L’EBA ha anche rilevato che i supervisori AML/CFT nazionali potrebbero non essere sempre disposti a utilizzare l’intera gamma di poteri disponibili. Ciò può portare a una supervisione inadeguata a livello nazionale e a una supervisione insufficiente dei professionisti che operano a livello transfrontaliero. Questa situazione rappresenta un rischio per l’intero mercato unico.
Per affrontare queste carenze, l’Autorità antiriciclaggio europea diventerà il fulcro di un sistema integrato di supervisione AML/CFT, composto dall’Autorità stessa e dalle autorità nazionali con mandato di supervisione AML/CFT. L’Autorità antiriciclaggio europea prenderà in carico la supervisione diretta e la presa di decisioni nei confronti dei soggetti obbligati più rischiosi del settore finanziario transfrontaliero. Ciò contribuirà direttamente a prevenire il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo nell’Unione.
L’Autorità antiriciclaggio europea migliorerà lo scambio di informazioni tra le Unità di Intelligence Finanziaria (FIU) dell’UE, fornendo un centro di coordinamento per l’analisi congiunta di segnalazioni di attività sospette transfrontaliere.
L’autorità europea di antiriciclaggio avrà anche il compito di sviluppare modelli e norme di segnalazione comuni che dovranno essere utilizzati dalle FIU dell’UE, migliorando la coerenza e l’efficacia delle azioni di prevenzione e contrasto al riciclaggio di denaro e al finanziamento del terrorismo.
Infine, l’autorità avrà anche la facoltà di redigere norme tecniche di regolamentazione e di attuazione, nonché orientamenti e raccomandazioni per la politica AML/CFT, offrendo consulenza e contributi alla Commissione e ai colegislatori per affrontare i rischi legati a giurisdizioni al di fuori dell’UE.