Il Garante per la Privacy ha reso parere favorevole sulla proposta di istituire una banca dati centralizzata antiriciclaggio e lotta al finanziamento del terrorismo.
La banca dati sarà alimentata dagli atti, utili ai fini delle valutazioni antiriciclaggio, inviati dai professionisti (commercialisti, avvocati, notai, consulenti del lavoro) nell’esercizio delle proprie attività.
Secondo la Relazione tecnica che accompagna lo schema normativo (che modifica il dlgs 231/2007), sottoposto dal MEF al Garante privacy, la banca dati centralizzata antiriciclaggio costituirebbe “un patrimonio informativo di rilievo” per le attività di analisi e indagini delle autorità competenti.
Nella sussistenza di operazioni potenzialmente rischiose, il sistema andrebbe a generare, inoltre, un alert automatico in grado di assicurare maggiore uniformità, da parte dei professionisti, nelle modalità di adempimento degli obblighi antiriciclaggio.
Lo schema include molti dei pareri forniti dal Garante Privacy nel corso dei confronti con il MEF, come la limitazione dell’oggetto della banca dati solamente ai dati per i quali già vige, nei confronti dei soggetti obbligati, un obbligo di conservazione decennale, e il carattere tassativo dell’elenco dei soggetti legittimati all’accesso.
Per quanto riguarda la generazione dell’alert, che prevede la possibilità di utilizzare sistemi automatizzati, il Garante per la Privacy ha chiesto al MEF di provvedere alla descrizione delle modalità di elaborazione dell’avviso e la previsione delle relative garanzie per gli interessati.
L’alert, infatti, potrebbe prevedere un trattamento di dati personali, potenzialmente anche appartenenti a categorie particolari o inerenti condanne penali o reati, a contenuto altamente profilativo.