La Banca d’Italia ha reso pubblica la relazione del Governatore Ignazio Visco all’assemblea ordinaria dei partecipanti al capitale.
Visco ha sottolineato che nel corso dell’anno passato, il Consiglio direttivo della BCE ha accelerato il processo di normalizzazione della politica monetaria, agendo sugli acquisti di titoli di politica monetaria, sui tassi di interesse e sulle condizioni riconosciute alle operazioni di rifinanziamento. Tali decisioni hanno influito sul bilancio della Banca d’Italia, che è stato presentato all’assemblea e continueranno ad avere effetto nei prossimi anni.
Tra luglio e dicembre 2022, i tassi di interesse di riferimento sono aumentati di 250 punti base, portando il tasso applicato sulle operazioni di rifinanziamento principali al 2,5 per cento, quello sulle operazioni di rifinanziamento marginale al 2,75 per cento e il tasso sulle operazioni di deposito presso l’Eurosistema al 2 per cento. Inoltre, sono stati decisi ulteriori aumenti di 50 punti base ciascuno negli ultimi due mesi.
A partire da novembre, le condizioni di tasso applicate alla terza serie delle operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine (Targeted Longer-Term Refinancing Operations, TLTRO3) sono state modificate per garantirne la coerenza con il più ampio processo di normalizzazione in corso. Ciò ha indotto alcune controparti a rimborsare anticipatamente la liquidità ottenuta negli anni passati, determinando una riduzione del bilancio delle banche centrali dell’Eurosistema.
Alla fine del 2022, l’attivo di bilancio della Banca d’Italia ammontava a 1.477 miliardi, in diminuzione del 4 per cento rispetto al 2021. La maggior parte delle attività è rappresentata dai titoli acquistati per finalità di politica monetaria, che alla fine dell’anno avevano raggiunto i 696 miliardi, di cui circa 630 costituiti da titoli di Stato italiani. Le attività detenute per finalità di investimento ammontavano a 147 miliardi, costituite per l’84 per cento da titoli pubblici, per il 12 per cento da azioni e quote di fondi, e per il restante 4 per cento da altre attività finanziarie. Le operazioni di rifinanziamento erano diminuite di 97 miliardi e si sono collocate alla fine dell’anno a 356 miliardi. La riduzione è stata in gran parte dovuta ai rimborsi anticipati delle operazioni TLTRO3 conseguenti alla rimodulazione delle condizioni di remunerazione.
Il risultato lordo della Banca, prima delle imposte e dell’accantonamento al fondo rischi generali, si è significativamente ridotto, passando da 9,2 a 5,9 miliardi, a causa soprattutto della contrazione del margine di interesse per 1,5 miliardi e delle maggiori svalutazioni sui titoli valutati al mercato, soprattutto in ragione della contrazione del margine di interesse per 1,5 miliardi e delle maggiori svalutazioni sui titoli valutati al mercato, soprattutto in dollari statunitensi, per ulteriori 1,5 miliardi.
Inoltre, il governatore ha sottoposto all’approvazione dell’assemblea il piano di riparto dell’utile netto e il bilancio.