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Giurisprudenza

Bancarotta per distrazione: la Cassazione sull’onere della prova

10 Febbraio 2023

Roberto Compostella, Ph.D. in diritto penale presso Università degli Studi di Trento

Cassazione Penale, Sez. V, 15 settembre 2022, n. 38216 – Pres. Miccoli, Rel Tudino

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La sentenza in commento analizza il delicato tema dell’onere della prova nel reato di bancarotta per distrazione.

Più nello specifico, la Corte di Cassazione ricorda come il delitto di bancarotta per distrazione necessiti di un plurimo accertamento: anzitutto è necessario verificare la  «previa disponibilità, da parte dell’imputato, dei beni non rinvenuti in seno all’impresa» e ciò poiché «le condotte descritte all’art. 216, comma 1, n. 1 L. Fall., hanno (anche) diretto riferimento alla condotta infedele o sleale del fallito nel contesto della garanzia che su di lui grava in vista della conservazione delle ragioni creditorie»; spetta poi all’imputato dimostrare eventualmente la diversa e «concreta destinazione dei beni o del loro ricavato».

Tale onere della prova risponde, invero, ad una regola generale dell’ordinamento processuale penale, in virtù della quale: «A fronte dell’onere probatorio assolto dalla pubblica accusa, anche sulla base di presunzioni o massime di esperienza, spetta all‘imputato allegare il contrario sulla base di concreti ed oggettivi elementi fattuali, poiché è l’imputato che, in considerazione del principio della c.d. “vicinanza della prova”, può acquisire o quanto meno fornire, tramite l’allegazione, tutti gli elementi per provare il fondamento della tesi difensiva».

Tale indirizzo è stato recentemente confermato anche da altra pronuncia della Suprema Corte, Sez. V, 15.09.2022, n. 39116 che ha ribadito che deve essere proprio l’imprenditore a dimostrare, una volta accertata la fuoriuscita di un bene dal patrimonio societario, la concreta destinazione dello stesso poiché: «Nel nostro ordinamento, l’imprenditore assume una posizione di garanzia nei confronti dei creditori, i quali confidano nel patrimonio dell’impresa per l’adempimento delle obbligazioni sociali. Da qui, la diretta responsabilità dell’imprenditore, quale gestore di tale patrimonio, per la sua conservazione ai fini dell’integrità della garanzia. La perdita ingiustificata del patrimonio o la elisione della sua consistenza costituisce un vulnus alle aspettative dei creditori e integra, pertanto, l’evento giuridico presidiato dalla fattispecie della bancarotta fraudolenta»

In ultimo, la Corte, al fine di fugare possibili dubbi di legittimità di un tale orientamento (peraltro assolutamente pacifico, si vedano, sul punto Cass. Pen., Sez, VII, 17.05.2022, n. 27262 ovvero Cass. Pen., Sez. II, 30.01.2020, n. 6734), chiarisce che: «Non viene in questione un ribaltamento dell’onere probatorio, ma la sollecitazione a fornire elementi idonei a scardinare, introducendo un ragionevole dubbio, le conclusioni altrimenti univocamente raggiungibili sul piano logico».

In dottrina, tra i tanti, proprio sul tema dell’onere probatorio nel reato di bancarotta per distrazione, si veda A. Mereu, Lo “standard” probatorio nella bancarotta farudolenta patrimoniale per distrazione, in Cass. Pen., 5/2017, pp. 2086 – 2104; in giurisprudenza, si vedano Cass. Pen., Sez. V, 26.01.2011, n. 7588 nonché Cass. Pen., Sez. V, 17.04.2013, n. 22894.

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