L’articolo 50 del Trattato sull’Unione Europea (TUE) prevede che “ogni Stato Membro può decidere, conformemente alle proprie norme costituzionali, di recedere dall’Unione”, precisando in ogni caso che “lo Stato Membro che decide di recedere notifica tale intenzione al Consiglio Europeo”.
Facendo seguito:
- al referendum dello scorso 23 giugno 2016, con cui il popolo britannico ha votato a maggioranza a favore dell’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea,
- alle recenti pronunce della High Court of Justice e della United Kingdom Supreme Court nel caso G. Miller & D. Tozetti Dos Santos v. The Secretary of State for Exiting the European Union, che hanno confermato la necessità di un voto parlamentare ai fini dell’invio della notifica di cui all’articolo 50 TUE,
- ai voti conseguentemente espressi dalla House of Commons e dalla House of Lords, che hanno approvato il testo dello European Union (Notification of Withdrawal) Bill, mirato ad attribuire i poteri di notifica in capo al Governo britannico,
- al Royal Assent, concesso dalla Corona britannica lo scorso 16 marzo,
- il Governo britannico, guidato dal Primo Ministro, Theresa May, ha inviato al Consiglio Europeo la notifica formale di cui al citato articolo 50 TUE.
Nella notifica, in particolare, il Governo britannico conferma di non avere intenzione di chiedere accesso al mercato unico europeo, rinunciando a tutti i benefici derivanti dalle quattro libertà fondamentali sancite nei Trattati UE (libera circolazione delle persone, delle merci, dei servizi e dei capitali). Ciò nonostante, il fine rimane quello di garantire una solida e benefica partnership fra l’Unione Europea e il Regno Unito, a vantaggio del benessere dei rispettivi cittadini.
Il Consiglio Europeo ha confermato in una nota che l’Unione Europea provvederà anzitutto a definire delle linee guida ai fini delle negoziazioni cui sarà dato avvio a breve, confermando che la Commissione Europea agirà in rappresentanza dell’Unione e degli Stati Membri.