Con Risposta n. 565 del 01 dicembre 2020 l’Agenzia delle Entrate ha fornito nuovi chiarimenti sul trattamento fiscale dei proventi derivanti da strumenti finanziari aventi diritti patrimoniali rafforzati (carried interest).
In particolare, per i motivi meglio espressi nella Risposta in allegato, l’Agenzia ha escluso che i proventi in questione rappresentino una modalità di remunerazione del capitale investito inquadrabile tra i redditi di natura finanziaria, svolgendo, piuttosto, la funzione di integrare la retribuzione lavorativa del manager, laddove, come nel caso analizzato, il manager sia obbligato a cedere la quota di partecipazione in caso di interruzione del rapporto di lavoro, nonché sussista un meccanismo volto a penalizzare la fuoriuscita dal piano di incentivazione e vi sia discrezionalità nella determinazione del prezzo di vendita delle quote.
Di conseguenza, l’eventuale plusvalenza realizzata, in occasione della cessione delle quote, costituisce reddito da lavoro dipendente e deve essere assoggettata a tassazione secondo il disposto dell’articolo 51 Tuir. Parimenti eventuali proventi, medio tempore, distribuiti e collegati al possesso delle quote sono da assoggettare alla normale tassazione IRPEF prevista per il reddito da lavoro dipendente.