Stando ai dati pubblicati dall’Associazione Artigiani e Piccole Imprese di Mestre (Cgia Mestre), al 31 marzo 2011 l’ammontare dei prestiti erogati alle imprese era pari a 1.393,6 miliardi di euro. Di questi, ben 1.098,1 miliardi di euro (pari al 78,8% del totale) sono stati stanziati al primo 10% degli affidatari.
Per la CGIA di Mestre, quasi l’80% dei prestiti bancari va alle grandi imprese, le quali godrebbero di un rapporto privilegiato nei confronti degli istituti di credito nazionali.
“Qualcuno – esordisce Giuseppe Bortolussi segretario della CGIA – potrebbe obbiettare che se questi prestiti vanno in maggioranza ad un numero ristretto di clienti, ciò è dovuto al fatto che questi ultimi sono più solvibili degli altri. Invece, no. La quota di insolvenza in capo ai maggiori affidatari è pari al 78,6%. Insomma, nei rapporti tra banche ed imprese tutto è paradossalmente capovolto: chi riceve la stragrande maggioranza dei soldi presenta livelli di affidabilità bassissimi. Per contro, chi dimostra di essere un buon pagatore riceve le briciole”.
“Appare evidente, salvo forse qualche rara eccezione – prosegue Bortolussi – che questo 10% di maggiori affidati sono esclusivamente grandi società o gruppi industriali. E visto che il trend delle sofferenze a carico dei maggiori affidati degli ultimi anni è passato dal 72,8% del 2000 al 78,8% del primo trimestre di quest’anno, possiamo dire che le banche italiane ormai sono molto condizionate dalle grandi imprese. Queste ultime sono quelle che ricevono i maggiori finanziamenti e per contro presentano i tassi di insolvenza più elevati. Non vorremmo che questa anomalia fosse dovuta al fatto che nella grande maggioranza dei casi nei Consigli di Amministrazione dei più importanti istituti di credito italiani sono presenti proprio questi grandi imprenditori o manager a loro molto vicini”.