È valida ed efficace la cd clausola floor, espressamente approvata dal mutuatario, quando la stessa è espressa in modo chiaro e cristallino tanto da non lasciare il dubbio, neppure al mutuatario più inesperto, sulle conseguenze, su di un mutuo a tasso variabile, che quella pattuizione avrà nel corso della vita del rapporto.
Il Tribunale di Padova con la pronuncia in esame chiarisce che la c.d. clausola floor inserita nel contratto di mutuo a tasso variabile con la quale si prevede che il tasso applicato, e per tutta la durata del mutuo, a prescindere dall’andamento al ribasso degli indici di riferimento, non potrà comunque essere inferiore a una certa percentuale determinata, è da ritenersi valida e non vessatoria tutte le volte in cui è espressa in modo chiaroe inequivoco. Pertanto, non vi è alcuna necessità che la clausola spieghi quale sia il vantaggio economico per il mutuante poiché tale circostanza non ha nulla a che vedere con la “chiarezza” e la “comprensibilità” della clausola.
Il Tribunale afferma inoltre che probabilmente un mutuo a tasso variabile con clausola floor è meno conveniente di un mutuo a tasso variabile puro poichénon beneficerebbe di eventuali riduzioni dell’indice Euribor al di sotto del floor pattuito. Tuttavia tale deduzione attiene alla convenienza economica di una certa proposta commerciale piuttosto che un’altra e non alla validità del contratto in sé.