L’accordo sul capitale di Basilea III stabilisce già uno specifico trattamento per il cosiddetto Credit Valuation Adjustment (CVA) risk ed, in particolare, definisce un onere minimo di capitale destinato a “catturare” le potenziali perdite mark-to-market sperimentate da una banca nel caso di deterioramento del merito creditizio di una sua controparte. Tale trattamento, tuttavia, non tiene conto della variabilità generata da possibili variazioni giornaliere nei fattori di rischio di mercato.
Nel documento posto in consultazione dal Comitato viene previsto un nuovo framework, modificato per tener conto della componente relativa alla variabilità generata dall’esposizione al rischio di mercato del CVA e alle relative coperture. Ciò al fine di:
- garantire che tutti i fattori di aggiustamento della valutazione del rischio di credito rientrino negli standard del capitale regolamentare imposti da Basilea;
- allineare il requisito patrimoniale con la valutazione al fair value del CVA assunto in applicazione di diversi regimi contabili;
- garantire la coerenza con le proposte di revisione del quadro dei rischi di mercato nell’ambito del documento “Fundamental review of the trading book”.
A tal fine, il Comitato propone per il calcolo del rischio di Credit Valuation Adjustment sia un approccio basato sull’utilizzo dei modelli interni sia un approccio standardizzato; entrambi adattati sulla base della revisione del quadro regolamentare dei rischi di mercato per il trading book. Inoltre, è previsto anche un approccio di base, semplificato, per quelle banche che non incorrono spesso nella probabilità di calcolare con frequenza regolare la variabilità del CVA per un ampio insieme di fattori di mercato, in virtù della natura contenuta delle operazioni di trading condotte.