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Credito al consumo: il parere CESE sulla proposta di Direttiva UE

4 Marzo 2022
Di cosa si parla in questo articolo

Pubblicato in Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea del 4 marzo 2022, il Parere del Comitato economico e sociale europeo (CESE) sulla proposta di Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa ai crediti al consumo.

In particolare, il CESE accoglie con favore questo aggiornamento della normativa in materia di prestiti ai consumatori, ma sottolinea che vi sono ancora degli ambiti in cui la Direttiva proposta dovrebbe essere più ambiziosa o non garantisce il corretto equilibrio tra gli obiettivi che si prefigge e le soluzioni che propone. Inoltre, il CESE ritiene che le soluzioni previste dalla Direttiva debbano concentrarsi maggiormente sull’impatto della digitalizzazione, sul maggior uso dei dispositivi digitali e sull’erogazione di prestiti «verdi» ai consumatori per aiutare questi ultimi a effettuare acquisti più sostenibili.

Il CESE osserva che, dai dati relativi all’origine del sovraindebitamento, emerge che l’introduzione di massimali ai costi di un prestito, al fine di evitare prassi creditizie estreme, apporta benefici tangibili ai consumatori vulnerabili, purché il massimale sia correttamente calibrato dopo un’attenta analisi del mercato e del potenziale impatto ulteriore; e che, pertanto, la Direttiva relativa ai crediti al consumo dovrebbe fornire agli Stati membri una metodologia chiara e armonizzata di cui tenere conto al fine di applicare tali massimali per prevenire e scoraggiare pratiche estreme capaci di indurre a indebitamenti eccessivi. Una siffatta metodologia armonizzata, inoltre, garantirebbe parità di condizioni tra erogatori di prestito di paesi diversi.

Il CESE ritiene utile che venga precisato ulteriormente l’obbligo, per tutti gli erogatori di prestiti, di effettuare una valutazione approfondita del merito creditizio dei consumatori. A tale riguardo, il CESE condivide l’approccio della Commissione per quanto riguarda il tipo di dati da utilizzare nella valutazione del merito creditizio, compresa l’eccezione relativa ai dati personali sensibili come quelli sanitari, data la grande importanza di garantire un approccio equilibrato nell’ambito del processo. Tuttavia, è della massima importanza che nella Direttiva si sottolinei che nemmeno una valutazione approfondita del merito creditizio può garantire il rimborso del prestito.

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