Negativi i risultati dell’inchiesta condotta dall’associazione dei consumatori Altroconsumo sull’effettivo recepimento delle nuove norme sulla trasparenza nel credito al consumo e di cui al Decreto Legislativo 141/2010, in vigore dal 1 giugno scorso.
Secondo l’inchiesta, su 182 offerte di prestiti finalizzati all’acquisto di un elettrodomestico, di un mobile o di un attrezzo sportivo, nel 62% dei casi gli addetti alla vendita non hanno comunicato il Taeg, l’indicatore sintetico ed effettivo di costo, o ne hanno fornito uno sbagliato. Nel 78% dei casi il modulo europeo per le informazioni sul credito al consumo (Ebic) non è stato consegnato al consumatore.
L’inchiesta è stata condotta da Altroconsumo nel giugno scorso visitando 180 negozi in nove città: Bari, Bologna, Genova, Milano, Napoli, Prato, Roma, Torino, Verona.
Nella nota diffusa da Altroconsumo si legge come “E’ palese che al nuovo quadro normativo più esigente sul fronte della correttezza e preparazione specifica degli operatori oltre che alla trasparenza dell’offerta, non corrisponda la realtà fotografata dall’indagine. Le possibilità di rateizzazione sono state presentate in modo frettoloso, con indicazioni sommarie o del tutto assenti, come nel caso del Taeg non dichiarato 44 volte su 182 (24% dei casi). Le informazioni sul recesso sono state date solo in un caso, a voce e il contratto non è mai stato consegnato in nessuno dei 180 negozi. La preparazione degli addetti al credito al consumo è un passaggio fondamentale affinché i prestiti avvengano in modo attento e responsabile. Tutto il sistema ne guadagnerebbe: si potrebbero così ridurre le percentuali di insofferenza, il più delle volte conseguenza della scarsa consapevolezza del prestito che si sta realizzando o di valutazioni affrettate. Consumatori più consapevoli, prestiti adeguati, sistema meno insofferente”.