Depositato in Senato il Disegno di legge n. 2572 recante disposizioni fiscali in materia di valute virtuali e disciplina degli obblighi antiriciclaggio.
La proposta prevede il riconoscimento fiscale delle valute virtuali, attraverso l’adozione di definizioni non contraddittorie tra i diversi ambiti regolatori, sia tributari che contabili, di facile applicabilità, come già previsto dai principali Stati membri dell’Unione europea.
A tale fine, fornisce una definizione chiara di cosa si intenda con il termine di valute virtuali, superando l’attuale confusione determinata dall’uso di termini diversi, quali valute virtuali, criptovalute, cripto attività e token, individuando un genus unitario: l’unità matematica.
Nell’ambito delle misure di semplificazione delle procedure di adeguata verifica della clientela, si prevede che fra gli indici di rischio relativi a tipologie di prodotti, servizi, operazioni o canali di distribuzione rientrino anche: i servizi relativi all’utilizzo di valuta virtuale, nel caso in cui l’operazione di cambio tra valute virtuali e valute aventi corso forzoso non sia superiore al valore di 150 euro e i servizi di portafoglio digitale, nel caso in cui la detenzione, la memorizza zione o il trasferimento di valute virtuali non superi il valore di 150 euro.
Nell’ambito fiscale vengono previste modifiche al testo unico delle imposte sui redditi (TUIR), di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, per stabilire espressamente l’imponibilità ai fini dell’imposta sul reddito delle persone fisiche delle plusvalenze derivanti da operazioni che comportano il pagamento o la conversione in euro o in valute estere, effettuate su valute virtuali di ogni genere.