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Crisi Russia Ucraina: analisi BCE sui rischi di liquidità per le banche UE

21 Aprile 2022
Di cosa si parla in questo articolo

La Banca Centrale europea ha pubblicato una lettera diretta al Parlamento europeo avente ad oggetto l’analisi d’impatto delle sanzioni alla Russia per l’invasione dell’Ucraina sul sistema bancario europeo.

In particolare, evidenzia la BCE, le filiali delle banche russe in Europa sono tra quelle che sono state significativamente colpite dalla guerra in Ucraina e dalle sanzioni contro la Russia, compreso il loro impatto reputazionale.

La prima manifestazione di questo impatto è stata la dichiarazione di Sberbank Europe AG e delle sue controllate in Croazia e Slovenia in dissesto o a rischio di dissesto il 28 febbraio 2022, resa necessaria da un grave deterioramento delle loro situazioni di liquidità.

In data 24 marzo 2022 la Vigilanza bancaria della BCE:

  • ha approvato la vendita di parte del portafoglio crediti di RCB Bank, banca cipriota di cui VTB era fino a poco tempo azionista di rilievo, a Hellenic Bank;
  • ha limitato l’attività della Banca RCB impedendogli di accettare nuovi depositi, concedere nuovi prestiti o effettuare nuovi investimenti;
  • ha nominato un amministratore provvisorio che collabori con il management e ne controlli da vicino la liquidità e il capitale.

La BCE interagisce con l’Autorità bancaria europea, la Commissione europea e altri organismi pertinenti per facilitare, ove possibile, la comprensione e l’applicazione coerente del quadro sanzionatorio da parte delle banche. L’analisi ha mostrato che l’esposizione diretta delle banche dell’area dell’euro verso la Russia è complessivamente contenuta.

Le esposizioni sembrano essere concentrate in poche banche. Per le nove banche più esposte, un’uscita dal mercato russo che ipotizzi la cancellazione totale delle esposizioni transfrontaliere dirette verso le controparti russe e la perdita totale del capitale detenuto nelle filiali situate in Russia comporterebbe una riduzione media del capitale CET1 compresa tra 70 e 95 punti base.

Il risultato dipenderebbe da come le banche riescono a chiudere le loro esposizioni infragruppo verso le banche madri russe. Nessuna singola banca subirebbe un impoverimento del capitale CET1 di più di 200 punti base e, data l’attuale solida posizione di capitale e liquidità, tutte le banche coinvolte manterrebbero un margine sufficiente rispetto ai requisiti minimi e di buffer.

Il mercato dei derivati sulle materie prime è di particolare rilevanza, data l’importanza della Russia come esportatore di energia e di altre materie prime. Finora le stanze di compensazione non hanno segnalato alcun rischio d’insolvenza degno di nota tra i loro membri di compensazione derivante da richieste di margine legate all’aumento dei prezzi delle materie prime.

Più in generale, le sanzioni contro la Russia e le relative misure di ritorsione stanno causando un rallentamento della crescita economica di cui le banche potrebbero dover tenere conto nella loro pianificazione del capitale.

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