Con la sentenza in esame la Cassazione ha ribadito il costante orientamento secondo cui, quando la società è in liquidazione, la valutazione del giudice – ai fini dell’accertamento dello stato di insolvenza ai sensi dell’art. 5 legge fall. – «deve essere diretta unicamente ad accertare se gli elementi attivi del patrimonio sociale consentano di assicurare l’eguale ed integrale soddisfacimento dei creditori sociali».
Alla luce del predetto principio di diritto, la Corte ha cassato la sentenza impugnata in quanto ha affermato l’inverosimiglianza delle risorse disponibili ad assicurare il soddisfacimento dei debiti sociali, senza tenere conto del bilancio di esercizio depositato dalla società debitrice nella fase prefallimentare, da cui risultava un valore dell’attivo patrimoniale superiore alle passività.