Consob ha pubblicato il nuovo Quaderno FinTech n. 6 di dicembre 2019 sul tema “Valore della consulenza finanziaria e robo advice nella percezione degli investitori – Evidenze da un’analisi qualitativa” curato da M. Caratelli, C. Giannotti, N. Linciano, P. Soccorso.
Il presente Quaderno presenta uno studio relativo all’analisi qualitativa delle percezioni degli investitori riferite al valore della consulenza e, più specificamente, del robo advice. Obiettivo del lavoro è identificare i fattori che possono favorire l’accettazione della tecnologia e conseguentemente una maggiore propensione degli investitori ad utilizzare canali digitali nelle loro decisioni di investimento.
L’indagine si è basata su due focus group, composti rispettivamente da investitori assistiti da consulenti finanziari e investitori privi di un servizio di consulenza dedicato, nonché su quattro interviste individuali ad utenti di uno dei principali robo advisor operanti sul mercato italiano.
Tra gli elementi di stimolo della domanda potenziale di robo advice emergono la curiosità e l’apertura a valutare l’innovazione, la preferenza per l’oggettività dei consigli elaborati da un algoritmo a fronte della discrezionalità della consulenza umana, ulteriori elementi attinenti alla user experience e, in alcuni casi, l’insoddisfazione derivante dalle precedenti esperienze di investimento. Al contrario, indeboliscono l’attrattività del servizio digitale la mancanza di un riferimento umano permanente e varie percezioni soggettive di insicurezza, dovute anche alla mancanza di una solida cultura finanziaria o a timori connessi alla sicurezza informatica e al trattamento di dati sensibili. L’interesse verso il robo advice resta ancorata alla possibilità di interagire con un consulente nell’ambito di un modello ibrido, in grado di conciliare elementi digitali e human touch. Tale possibilità rassicura sulla possibilità di sperimentare la novità senza tagliare ogni legame con il consulente bancario di riferimento.
Lo studio fornisce evidenze di interesse anche per possibili implicazioni in termini di consumer protection e di educazione finanziaria. Sul fronte della conoscenza del servizio di consulenza, permane, soprattutto tra i soggetti meno sofisticati, una scarsa consapevolezza dei costi del servizio e dell’importanza dello scambio informativo consulente-cliente ai fini della valutazione di adeguatezza. Emergono quindi diverse carenze nelle conoscenze e nei comportamenti che potrebbero essere mitigate dall’interazione con il consulente, che gli investitori (in particolare quelli assistiti da un consulente dedicato) riconoscono come un importante punto di riferimento in tutte le fasi del processo di investimento anche per la funzione educativa svolta.