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Depositi strutturati UE: la relazione EBA ai sensi del MIFIR

19 Luglio 2024
Di cosa si parla in questo articolo

L’Autorità bancaria europea (EBA) ha pubblicato oggi una relazione sui depositi strutturati nell’Unione europea, ai sensi del Regolamento sui mercati degli strumenti finanziari (MiFIR), per monitorare questo particolare segmento di mercato.

L’art. 39, paragrafo 2, e l’art. 41, paragrafo 1, del Regolamento 600/2014 (MiFIR), infatti, incaricano EBA di monitorare il mercato di tali depositi, e di vietare o limitare temporaneamente la commercializzazione, la distribuzione o la vendita degli stessi.

La relazione rileva che in più della metà dei 27 mercati nazionali dell’UE non esistono depositi strutturati e che il mercato dell’UE rimane molto piccolo a livello aggregato, con solo 16,7 miliardi di euro di depositi strutturati, venduti tra il 1° gennaio e il 30 settembre 2023, ovvero il periodo di riferimento della relazione; il 95% dei depositi è stato concentrato in soli 4 Stati membri dell’UE.

Questi 4 Stati membri dell’UE sono stati anche le poche giurisdizioni per le quali è stato segnalato un aumento del numero di prodotti offerti e dei volumi venduti, anche se a un livello molto basso.

In tutta l’UE, il valore totale dei depositi strutturati venduti in un determinato Stato membro varia da 2 milioni di euro a 10 miliardi di euro, mostrando una disparità nella penetrazione del mercato e nell’interesse degli investitori.

Il Rapporto misura anche il costo e i risultati passati di tali depositi, in risposta a una richiesta della Commissione europea di riportare queste informazioni: i limitati dati di rendimento disponibili indicano che i rendimenti netti annuali dei depositi strutturati variano in modo significativo, con alcuni depositi strutturati non offrono alcun rendimento, mentre altri mostrano rendimenti positivi, in un caso fino al 24%.

Il Rapporto conferma anche un’osservazione che EBA aveva già fatto in precedenza, quando aveva svolto un esercizio simile, i cui risultati erano stati pubblicati nel 2019, ovvero che è difficile ottenere dati solidi sui mercati nazionali dei depositi strutturati, a causa delle loro caratteristiche specifiche: tale tipologia di depositi, a differenza della maggior parte degli strumenti finanziari, sono accordi non trasferibili tra il fornitore e il depositante, e ciò li rende meno liquidi; inoltre, le informazioni su questi prodotti sono meno accessibili al pubblico.

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