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Direttiva CSRD: il testo approvato in via definitiva

29 Novembre 2022
Di cosa si parla in questo articolo

Il Consiglio dell’Unione europea ha approvato in via definitiva la direttiva sull’informativa di sostenibilità delle imprese (CSRDCorporate Sustainability Reporting Directive).

Ciò comporta che le imprese saranno presto tenute a pubblicare informazioni dettagliate sulle questioni inerenti la sostenibilità.

Ciò aumenterà la responsabilità delle aziende, preverrà standard di sostenibilità divergenti e faciliterà la transizione verso un’economia sostenibile.

Le nuove norme renderanno un maggior numero di imprese responsabili del loro impatto sulla società e le guideranno verso un’economia rispettosa per le persone e l’ambiente.

I nuovi requisiti rispondono ai requisiti di proporzionalità secondo le dimensioni delle singole aziende e prevedono un periodo di transizione sufficiente per prepararsi ai nuovi requisiti di informativa di sostenibilità.

La CSRD rafforza le norme esistenti sulla rendicontazione non finanziaria introdotte nella direttiva rendicontazione non finanziaria (NFRD) del 2014, che, sottolinea il Consiglio, non sono più adeguate alla transizione dell’UE verso un’economia sostenibile.

Le Nuove regole sull’informativa di sostenibilità per le imprese previste dalla CSRD

La CSRD introduce requisiti di rendicontazione più dettagliati e garantisce che le grandi imprese e le PMI quotate in borsa siano tenute a riferire su questioni di sostenibilità come i diritti ambientali, i diritti sociali, i diritti umani e i fattori di governance (fattori ESG).

Le nuove regole di rendicontazione della sostenibilità si applicheranno a tutte le grandi imprese e a tutte le società quotate sui mercati regolamentati, ad eccezione delle microimprese quotate.

Queste ultime hanno anche la responsabilità di valutare le informazioni applicabili alle loro controllate.

Le regole si applicano anche alle PMI quotate, tenendo conto delle loro caratteristiche specifiche.

Per le PMI quotate sarà possibile un opt-out durante un periodo transitorio, che le esenterà dall’applicazione della direttiva fino al 2028.

Per le società non europee, l’obbligo di fornire un rapporto di sostenibilità si applica a tutte le società che generano un fatturato netto di 150 milioni di euro nell’UE e che hanno almeno una filiale o una succursale nell’UE che supera determinate soglie.

Queste società devono fornire un rapporto sugli impatti ambientali, sociali e di governance (ESG), come definito nella direttiva.

L’European Financial Reporting Advisory Group (EFRAG) sarà responsabile dello sviluppo delle bozze di standard europei per la rendicontazione di sostenibilità. La Commissione europea adotterà la versione finale dei principi come atto delegato.

CSRD entrata in vigore

L’applicazione della Direttiva avverrà in quattro fasi:

  • rendicontazione nel 2025 sull’esercizio finanziario 2024 per le società già soggette alla NFRD;
  • rendicontazione nel 2026 sull’esercizio finanziario 2025 per le grandi aziende che non sono attualmente soggette alla NFRD;
  • nel 2027, a partire dall’esercizio finanziario 2026, per le PMI quotate (escluse le microimprese), gli istituti di credito di piccole dimensioni e non complessi e le imprese di assicurazione captive;
  • la segnalazione nel 2029, a partire dall’esercizio finanziario 2028, per le imprese di Paesi terzi con un fatturato netto superiore a 150 milioni nell’UE, se hanno almeno una controllata o una filiale nell’UE che supera determinate soglie.

La CSRD colmerà le lacune delle norme esistenti in materia di informazioni sulla sostenibilità.

I mercati finanziari devono avere accesso a informazioni ambientali, sociali e di governance che siano affidabili, pertinenti e comparabili se si vuole che il capitale privato venga convogliato verso il finanziamento della transizione verde e sociale.

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