La sentenza n. 5/2019 della Cassazione statuisce, inter alia, che, per gli emittenti, sono cogenti anche i regolamenti interni adottati e comunicati al mercato. La decisione sancisce anche che il collegio sindacale ha degli obblighi di controllo più stringenti rispetto a quelli delle società di revisione contabile.
In particolare, la Cassazione ritiene che sono da «considerare cogenti, per la società, anche le norme di autodisciplina previste da disposizioni interne, ancorché maggiormente stringenti rispetto alle disposizioni di portata generale poste dalla legge, dalle fonti regolamentari o dai codici di autodisciplina». Ciò in quanto, ad avviso della giurisprudenza di legittimità, «[n]el momento in cui la società, all’esito di una scelta del tutto libera, decide di adottare norme di condotta aziendale e di estrinsecare tale decisione al mercato, è infatti vincolata alla loro osservanza, rappresentando la scelta di cui sopra una volontaria autolimitazione da parte dell’operatore del mercato».
Occupandosi poi delle diversità di “ruolo” fra sindaco e società di revisione, la Cassazione ha avuto modo di osservare che il paragone fra tali funzioni «non appare conferente, posta la differenza tra il contenuto del controllo demandato alla società di revisione, sostanzialmente limitato alla regolarità del bilancio e dei conti ad esso presupposti, e di quello affidato invece al collegio sindacale, da ritenere maggiormente incisivo e stringente perché avente ad oggetto, in termini generali, la corretta gestione della società, non soltanto sotto il profilo amministrativo-contabile, ma anche con riferimento alle scelte gestionali, alla loro coerenza rispetto allo scopo sociale, alla condivisibilità delle singole operazioni poste in essere dal CdA e dagli altri organi di gestione della società, anche tenuto conto delle effettive condizioni economiche e patrimoniali di quest’ultima, all’esistenza di ipotesi di conflitto di interessi, reale o potenziale, ed in genere ad ogni altro evento rilevante per la vita sociale».
In estrema sintesi, con la decisione di cui trattasi la Suprema Corte conferma il carattere vincolante delle regole di autodisciplina, una volta che esse siano state volontariamente adottate dalla società.