L’European Systemic Risk Board ha pubblicato in data 18 gennaio 2016 un nuovo report avente ad oggetto gli accordi di interoperabilità tra controparti centrali e le implicazioni di rischio sistemico che tali accordi possono provocare nel mercato.
Gli accordi d’interoperabilità sono definiti dal Regolamento EMIR come accordi tra due o più controparti centrali che prevedano l’esecuzione intersistemica delle operazioni. Con tale definizione, l’Unione Europea ha trasposto nell’ordinamento comunitario i principi enunciati, a livello internazionale, dallo IOSCO nel proprio documento intitolato ‘Principles for Financial Market Infrastructures (PFMIs)’.
Data la possibile rilevanza sistemicadi tali accordi, a norma dell’articolo 85(4) EMIR, l’ESRB doveva fornire alla Commissione Europea una valutazione delle eventuali implicazioni di rischio sistemico entro il 31 gennaio 2016. Il report appena pubblicato, perciò, costituisce il risultato delle analisi compiute dal Comitato a norma del regolamento europeo sulle infrastrutture di mercato, e il suo scopo consiste nel fornire una valutazione generale sui costi/benefici che tali accordi possono generare per la stabilità finanziaria.
Dopo aver brevemente ricordato i meccanismi di funzionamento delle CCP, e il quadro regolamentare europeo, l’ESRB chiarisce le principali conclusioni emerse dalla propria indagine. In particolare, si evidenzia come tali accordi possano avere implicazioni di rischio sistemico in due casi specifici. Da una parte, infatti, aiuterebbero a contenere i rischi sistemici nel momento in cui diverse CCP compensino contestualmente gli stessi strumenti finanziari, giacché permetterebbero agli intermediari di mantenere la propria posizione con una sola CCP, invece che frammentarla tra diverse controparti centrali. Dall’altra parte, tuttavia, l’adozione di tali accordi potrebbe introdurre, nei sistemi di gestione dei rischi, notevoli elementi di complessità, andando altresì a costituire un nuovo canale di contagio tra due o più CCP. Proprio in ragione di ciò, le esposizioni incrociate tra controparti centrali dovrebbero essere propriamente monitorate e indirizzate tramite sistemi di gestione dei rischi accurati ed efficienti.
In aggiunta, l’ESRB rileva come le maggiori implicazioni di natura sistemica possano materializzarsi a seguito dell’insolvenza di una CCP soggetta a tali accordi. Per tale ragione, il report pone l’accento sulla necessità di sviluppare, in maniera efficiente, procedure di risoluzione e risanamento delle controparti centrali al fine di contenere i rischi di contagio che tali eventi potrebbero provocare.
Il report infine indirizza alcune questioni di policy che richiederebbero maggiore attenzione dal punto di vista macro-prudenziale. Tra queste, in particolare, l’ESRB raccomanda maggiore granularità e minore flessibilità del quadro regolamentare in materia, nonché un’analisi maggiormente incisiva sulle specificità e sulle complessità inerenti alle transazioni in derivati OTC.