Con la sentenza in oggetto la Corte di Cassazione si è pronunciata sull’inefficacia del contratto di acquisto di obbligazioni Cirio effettuato soggetto terzi rispetto all’investitore sprovvisto di adeguata procura.
In particolare, l’investimento era stato effettuato per conto dell’investitore dal relativo padre, il quale, pur avendo la delega ad operare sul conto corrente, era sprovvisto di quella ad operare sul conto titoli.
Sul punto la Corte evidenzia come, le circostanze concrete dell’investimento, sia per quanto riguarda l’importo elevato dell’investimento che per i prodotti acquistati, avrebbero imposto all’intermediario finanziario un livello di diligenza superiore, di natura professionale, in merito alla regolarità dell’intera operazione, con la verifica della sussistenza di un effettivo potere di rappresentanza del padre ad operare, con conseguente riduzione del grado di tolleranza della prevalenza dell’apparenza sulla situazione reale.
A nulla rilevando, continua la Corte, che padre e figlio fossero da anni clienti molto importanti della banca, sia per capitale sia per il ruolo rivestito dal padre quale amministratore di una banca, e che, nell’ambito di un rapporto di negoziazione di strumenti finanziari avviato con il figlio, il padre, procuratore abilitato ad operare sul conto corrente del figlio, avesse a questi versato un assegno di importo elevato e lo avesse sottoscritto con il suo nome, sotto il timbro del figlio, ed avesse poi impartito, con le stesse modalità, apponendo la sua firma in calce al timbro, diversi ordini di investimento tra cui quello in obbligazioni Cirio.
