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Finanza sostenibile: Banca d’Italia sulle strategie e sfide per il futuro

7 Aprile 2025
Di cosa si parla in questo articolo

Banca d’Italia ha recentemente pubblicato l’intervento del Vice Direttore Generale Paolo Angelini – in materia di finanza sostenibile – tenutosi lo scorso 2 aprile in occasione del convegno “La sostenibilità nell’industria finanziaria: vecchi modelli per nuovi scenari?“, organizzato presso la Sala Convegni della Banca d’Italia di Milano in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore.

L’attuale scenario internazionale è caratterizzato da un progressivo processo di frammentazione geopolitica, che ostacola la cooperazione tra gli Stati, indebolisce il ruolo delle istituzioni multilaterali e rallenta la diffusione di conoscenze e tecnologie.

Tali dinamiche generano inevitabili implicazioni per tutti gli attori coinvolti nella promozione della sostenibilità ambientale, tra cui il Network for Greening the Financial System (NGFS), le banche multilaterali di sviluppo, le istituzioni finanziarie e i mercati globali.

Dal punto di vista della banca centrale e dell’autorità di vigilanza, il contesto attuale incide sulla velocità del processo di transizione e su alcuni suoi aspetti specifici, ma non modifica la direzione complessiva della finanza sostenibile. 

Di conseguenza, la gestione dei rischi climatici da parte degli operatori finanziari rimane una priorità strategica perseguita attraverso l’attività di vigilanza, che si concretizza nell’emanazione di linee guida, nel controllo della conformità alle normative vigenti e nel monitoraggio dell’attuazione delle raccomandazioni in materia di sostenibilità.

In tale contesto, il Vice Direttore Generale conclude il proprio intervento con quattro considerazioni fondamentali sulle implicazioni della transizione ambientale per gli investitori e i gestori del risparmio:

  1. l’incertezza politica internazionale impone prudenza nell’analisi delle prospettive della finanza sostenibile, poiché la transizione, sebbene inevitabile, potrebbe subire rallentamenti
  2. il rischio di interventi normativi eccessivi, come la proposta di direttiva Omnibus, ridurrebbe significativamente il numero di imprese soggette agli obblighi di reportistica di sostenibilità previsti dalla CSRD, limitando così l’accesso degli investitori a dati essenziali
  3. sul piano della gestione del risparmio, è necessaria maggiore trasparenza: gli intermediari finanziari devono informare chiaramente i risparmiatori sulle implicazioni degli investimenti sostenibili, compresa l’eventualità di minori rendimenti
  4. la frammentazione geopolitica accelera gli investimenti in efficienza energetica e fonti rinnovabili, con benefici sia per la transizione ecologica sia per la stabilità economica.
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