Banca d’Italia ha pubblicato i risultati della seconda indagine sul FinTech nel sistema finanziario italiano.
L’indagine è stata condotta nella prima metà del 2019 su 165 intermediari, tra cui 50 gruppi bancari, anche di matrice estera, 70 banche non appartenenti a gruppi, 5 filiali di banche estere, 3 intermediari in libera prestazione di servizi e 37 intermediari non bancari; sono state inoltre contattate 15 tra le maggiori imprese fornitrici di servizi tecnologici.
Come rileva Banca d’Italia, la Direttiva (EU) 2015/2366 sui servizi di pagamento (PSD2) ha contribuito a orientare gli investimenti principalmente verso le Application Programming Interface. Quanto alle aree di business, i progetti dedicati a innovare la funzione di intermediazione (crediti e depositi) e la raccolta di capitale rappresentano la componente più consistente in termini di investimenti, seguiti dall’area dei servizi di pagamento.
Secondo le risposte degli intermediari, gli investimenti dovrebbero lasciare in prevalenza invariati i rischi strategici, quelli di credito e di mercato. I maggiori effetti sono attesi per i rischi operativi, sebbene il segno della variazione complessiva non sia univoco