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Fondi comuni monetari nella gestione della crisi: l’analisi ESRB

2 Dicembre 2022
Di cosa si parla in questo articolo

Il Comitato europeo per il rischio sistemico (European Systemic Risk Board – ESRB) ha pubblicato un approfondimento sulla gestione della crisi da parte del mercato dei fondi comuni monetari (FCM).

In particolare, evidenzia l’ESRB, nel marzo 2020, sullo sfondo dell’aggravarsi della pandemia da Covid-19, alcuni segmenti del settore dei fondi comuni monetari hanno dovuto far fronte a forti pressioni sui rimborsi.

Dato il loro ruolo centrale nel mercato dei finanziamenti a breve termine, i fondi comuni monetari sono stati al centro delle preoccupazioni per la stabilità finanziaria e sono stati legittimamente sottoposti a un attento esame da parte degli organismi macroprudenziali e delle autorità di vigilanza del mercato per valutarne le vulnerabilità e proporre opzioni politiche per porvi rimedio.

Tuttavia, evidenzia l’ESRB, è chiaro che i fondi comuni monetari sono solo una parte di un ecosistema più ampio.

Questi fondi raccolgono liquidità in eccesso da alcuni soggetti economici, che viene investita prevalentemente nei mercati dei titoli di debito a breve termine, fornendo così finanziamenti a un’ampia gamma di soggetti che necessitano di fondi a breve termine (banche, imprese non finanziarie, Stati, amministrazioni locali, ecc.).

Chiaramente, al di là dei fondi, sono state individuate anche vulnerabilità sia sul mercato sottostante che sul lato degli investitori.

Per integrare le raccomandazioni emesse nel gennaio 2022 dall’ESRB in vista della prevista revisione del regolamento sui fondi comuni monetari e per comprendere meglio le vulnerabilità ancora ampiamente non affrontate.

In particolare, il documento fornisce la prima stima completa e consolidata dell’outstanding in questione (oltre 2.200 miliardi di euro al dicembre 2020), con una ripartizione per tipo di emittente, tipo di strumento e valuta.

L’analisi mette in luce le vulnerabilità non ancora affrontate, come la frammentazione del mercato e della sua supervisione, la mancanza di una solida identificazione degli Euro-CP e sottolinea la mancanza di trasparenza nelle operazioni del mercato secondario.

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