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Giurisprudenza

Fusione fra società, fallimento della società incorporante e responsabilità penale degli amministratori della società incorporata

26 Luglio 2019

Vincenzo Pellegrino, collaboratore alla cattedra di diritto fallimentare e diritto bancario presso l’Università degli Studi di Salerno, praticante avvocato abilitato in Salerno

Cassazione Penale, Sez. V, 13 novembre 2018, n. 1984 – Pres. Zaza, Rel. Tudino

Di cosa si parla in questo articolo

Nei casi di fusione per incorporazione la dichiarazione di fallimento della società incorporante è idonea, nel concorso delle altre condizioni di legge, a determinare la punibilità delle condotte poste in essere dagli amministratori della società incorporata; la stessa incorporazione di una società gravata da note passività o da obbligazioni insolute costituisce – ove le medesime incidano sulla derivata situazione economica e patrimoniale dell’incorporante, aggravandola – condotta distrattiva.

In tal caso, peraltro, non occorre accertare il nesso di causalità tra le condotte poste in essere durante l’esercizio dell’impresa incorporata e il dissesto o il fallimento della società incorporante, dal momento che la Cassazione, con questa pronuncia, ha ritenuto sufficiente che l’agente abbia cagionato il depauperamento della società amministrata destinandone le risorse ad impieghi estranei alla sua attività.

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