EIOPA ha pubblicato gli esiti dello stress test 2024 cui sono state sottoposte le imprese assicurative UE, condotto in stretta collaborazione con le autorità nazionali di vigilanza, e riferito alla situazione al 31 dicembre 2023.
L’obbiettivo del test era quello di valutare i profili di vulnerabilità e resilienza del settore assicurativo al realizzarsi di scenari avversi, al fine di alimentare le riflessioni sulle misure preventive e le azioni correttive che possono essere intraprese ex-ante per mitigare le eventuali vulnerabilità.
Il test ha coinvolto 48 assicuratori europei – 44 gruppi e quattro imprese, appartenenti a 20 Stati membri – che rappresentano all’incirca il 75% degli attivi del mercato europeo: l’esercizio dimostra che gli assicuratori nello Spazio economico europeo sono complessivamente ben capitalizzati e in grado di soddisfare i requisiti Solvency II, anche in caso di shock gravi ma plausibili dello stress test, derivanti da diffuse interruzioni della catena di fornitura, bassa crescita e rinnovate pressioni inflazionistiche.
Lo stress test EIOPA ha sottoposto gli assicuratori europei a uno scenario avverso caratterizzato da un’intensificazione delle tensioni geopolitiche con un’ampia gamma di effetti a catena: lo scenario è costituito da vari eventi, la cui materializzazione congiunta è calcolata come plausibile, ma più grave della calibrazione dei requisiti patrimoniali esistenti.
Oltre alla crescita contenuta e all’inflazione più elevata, questi effetti a catena includono condizioni di finanziamento più restrittive, un’inversione più ripida della curva dei rendimenti, spread creditizi più ampi e un aumento eterogeneo dei rendimenti dei titoli di Stato tra preoccupazioni sulla sostenibilità del debito.
Questi shock di mercato a livello macro sono completati da elementi specifici dell’assicurazione, come il mass lapse, l’inflazione dei sinistri e la riduzione del reddito da premi.
Sebbene lo stress test non sia un esercizio di tipo “superato o bocciato”, la sua narrazione offre insegnamenti rilevanti sia per i supervisori che per le entità finanziarie sulla sensibilità degli assicuratori europei alle elevate incertezze che circondano il panorama geopolitico e le prospettive economiche.
I partecipanti al test hanno calcolato le loro posizioni di capitale e liquidità post-stress in due modi diversi:
- con l’approccio di bilancio fisso (FBS), erano consentite solo azioni di gestione incorporate
- con l’approccio di bilancio vincolato (CBS) agli assicuratori era consentito implementare azioni di gestione reattive per rispondere agli shock, a condizione che tali reazioni fossero realistiche e plausibili.
Lo scenario dello stress test EIOPA ha inflitto perdite significative agli assicuratori, ma le imprese avevano capitale sufficiente per assorbire gli shock.
Le imprese assicurative hanno iniziato l’esercizio con un solido coefficiente di solvibilità aggregato del 221,8%; dopo l’applicazione degli shock e senza azioni di gestione reattiva consentite, il coefficiente di solvibilità degli assicuratori è sceso di quasi 100 punti percentuali al 123,3%, con conseguente perdita di capitale di oltre 270 miliardi di euro.
Tuttavia, quando agli assicuratori è stato consentito di adottare azioni di gestione reattiva, sono stati in grado di recuperare il loro coefficiente di solvibilità al 139,9%, dimostrando la loro capacità di adattarsi e migliorare le loro posizioni di fronte a condizioni economiche e finanziarie avverse.
Considerando i singoli partecipanti, 8 imprese sono scese al di sotto dei requisiti minimi di capitale regolamentare nell’approccio del bilancio fisso, nonostante abbiano comunque conservato abbastanza capitale per soddisfare i propri obblighi nei confronti dei titolari di polizze: tutte le 8 imprese hanno migliorato la propria posizione patrimoniale con azioni di gestione reattive e sono riuscite a ripristinare il proprio coefficiente di solvibilità al di sopra della soglia regolamentare del 100%.
Le azioni di gestione più frequentemente utilizzate includevano la vendita di attività, la ritenzione dei dividendi e la raccolta di capitale attraverso vari mezzi.
Tutte le imprese partecipanti hanno mantenuto il proprio rapporto attività/passività al di sopra del 100% in tutti gli scenari, e ciò rimane vero anche escludendo il contributo delle misure transitorie.
Lo scenario dello stress test ha inoltre innescato deflussi di liquidità sostanziali per gli assicuratori e ha sottolineato l’importanza dell’ampio buffer di attività liquide che gli assicuratori mantengono nei propri bilanci: i maggiori deflussi nello scenario avverso dovuti a riscatti e inflazione dei sinistri, combinati con i minori afflussi causati dal taglio dei pagamenti dei premi e degli afflussi di riassicurazione, hanno determinato un deflusso tecnico netto di 314 miliardi di euro, che gli assicuratori non sono riusciti a coprire completamente con le loro disponibilità liquide.
Per ripristinare la loro posizione di liquidità, gli assicuratori hanno dovuto liquidare parte delle loro attività liquide, trasformandosi da acquirenti netti di 93,2 miliardi di euro in venditori netti di 305,6 miliardi di euro secondo l’approccio del bilancio vincolato.