Banca d’Italia ha recentemente pubblicato uno studio sugli effetti a breve termine che l’accresciuta attenzione del comparto bancario europeo verso i rischi climatici ed ambientali ha avuto sull’allocazione del credito, in particolare nel periodo successivo alla pubblicazione della Guida sui rischi climatici e ambientali della Banca Centrale Europea nel novembre 2020 e al primo stress test su detti rischi che ne è seguito nel 2022.
In particolare, dai dati raccolti nell’indagine, emerge che a seguito della pubblicazione della citata Guida, le banche sotto la vigilanza diretta della BCE, ossia le banche c.d. “significative”, hanno riorientato le proprie politiche creditizie verso imprese a basso impatto inquinante, riducendo i prestiti alle imprese con elevate emissioni di anidride carbonica.
Dai dati raccolti emerge altresì come il primo stress test sui rischi climatici ed ambientali non abbia avuto i medesimi effetti, in termini di riallocazione del credito, prodotti dalla Guida del 2020: ed infatti è stata già la pubblicazione di quest’ultima ad aver spinto, in maniera rilevante, le banche a riorientare il proprio sistemi di concessione e monitoraggio dei prestiti in un’ottica green.
Pertanto, lo studio conferma come l’azione della vigilanza sia centrale per incentivare le banche a prendere maggiore contezza dei rischi climatici, in particolare disinvestendo dalle imprese inquinanti o accompagnandole, attraverso il credito, nella transizione verso modelli di business più sostenibili.