Il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Roberto Garofoli, ha firmato il DPCM di adozione del nuovo regolamento in materia di golden power.
Il Regolamento ha lo scopo di rendere la gestione dei golden power più efficiente, stante l’aumento considerevole di notifiche di operazioni sottoposte ai poteri di controllo.
L’aumento degli interventi si deve sia ad un accrescimento nei settori “tradizionali” (difesa, energia, trasporti, telecomunicazioni), ma anche ad una progressiva estensione della disciplina del golden power a nuovi settori strategici (ad es. 5G, salute, agroalimentare, finanziario, creditizio e assicurativo).
Tra le novità più rilevanti introdotte dal DPCM in oggetto, si segnalano:
- al fine di consentire un’istruttoria più veloce: sono state approvate delle misure dirette ad assegnare le decisioni di non esercizio dei golden power al Gruppo di coordinamento previsto presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, quando vi siano posizioni unanimi da parte delle amministrazioni coinvolte;
- al fine di prevedere una maggior certezza: la previsione di una nuova procedura, di cosiddetta “prenotifica”, che permette agli operatori di inviare alla Presidenza del Consiglio dei ministri un’informativa sui progetti di operazioni che prevedono di sottoscrivere, così da ottenere, entro trenta giorni, informazioni sull’assoggettabilità o meno alla disciplina dei golden power;
- al fine di rendere la disciplina sui golden power più facilmente intellegibile da parte degli operatori economici, viene modificato ed integrato il previgente DPCM 6 agosto 2014 relativo all’attività di coordinamento della Presidenza del Consiglio dei ministri e provvede all’aggiornamento in ragione delle modifiche alla disciplina nel frattempo intervenute, recependo prassi amministrative ormai consolidate.
Il nuovo regolamento si inserisce in un contesto di maggior attenzione da parte del Governo nel tutelare gli asset strategici nazionali, nell’ottica di un adeguato bilanciamento tra l’inasprimento dei controlli e la necessità di attrarre gli investimenti esteri.