Situazione di mercato
30.01.2012 – I mercati hanno archiviato un’altra settimana tutto sommato ancora all’insegna del buonumore. Il livello di sentiment positivo è collegato abbastanza chiaramente all’atteggiamento proattivo della FED che nel recente FOMC, pur non lanciando nessuna misura “bomba”, ha confermato la continuazione di una politica monetaria accomodante fino al 2014. Con, ovviamente, una politica di tassi di interesse eccezionalmente bassi (= zero). In tale contesto, il mercato, che già da qualche settimana sente profumo di liquidità prende forza e avanza, sia sulla base di quanto già fatto dalle banche centrali, sia in Europa che negli Usa, sia, soprattutto per quanto si farà o si potrebbe fare. Ovviamente, il quadro positivo che le borse vedono è solo un lato della medaglia, perché dall’altro il livello di attività economica resta sì in recupero ma anche fragile (si veda l’andamento ad esempio del Baltic Dry Index, su livelli minimi). E i tassi bassi, in questo legame, servono sì a non alimentare pericoli di credit crunch ma anche a sostenere la fase economica. Solo se l’economia Usa dovesse rischiare il double dip recessivo, allora la Fed utilizzerà, forse per l’ultima volta, l’arma che i mercati sanno essere nelle fodere della Fed, ossia il QE3. Questo talismano in mano a Bernanke ha effetto già come elemento “psicologico” sui mercati. I quali, comunque, non possono non monitorare l’altro campo di gioco finanziario, ossia l’Europa. Ci si attende l’accordo in Grecia tra stato e creditori, con i giochi ormai quasi fatti, ma è sotto i riflettori anche il Portogallo che ha visto crescere in maniera elevatissima i suoi indicatori di rischio (CDS da 1100 a 1400 in qualche settimana e in un contesto di diminuzione di quelli degli altri paesi). L’impressione è che la soluzione Greca servirà da prova generale anche per il paese lusitano.
Outlook tecnico
Dal punto di vista tecnico i mercati confermato già quanto detto nei precedenti aggiornamenti, non modificando significativamente le tendenze in atto ma consolidando piuttosto quanto costruito nelle precedenti ottave. L’S&P 500 prosegue il suo cammino di avvicinamento a quota 1350-1370 (i massimi del 2011) con un tono però meno brillante e più riflessivo. Meglio ha fatto l’Europa, dove i margini di recupero paiono più consistenti (si trovano scelte di investimento più cheap), almeno a guardare il Dax che tocca quota 6500 con una buona forza relativa. Sul frame più elevato (mensile) il movimento del Dax di gennaio è ben visibile nella sua importanza, pur essendo ancora la di sotto delle medie di lungo. Nell’intermarket arrivano dei segnali interessanti: l’oro cerca la rottura della trend ribassista di breve per riposizionarsi al rialzo anche sui frame temporali più corti. L’Euro si rafforza verso il Dollaro in un movimento facilmente pronosticabile di recupero, con CDS (Portogallo a parte) e spread in calo.
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