Il 7 giugno 2019 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea l’insieme articolato di provvedimenti che definisce il nuovo “Common Level Playing Field” in materia di Fondi Propri, TLAC (Total Loss Absorbing Capacity), Assorbimenti Patrimoniali, Coefficiente di Leva Finanziaria e Liquidity Ratio con cui l’Industria Bancaria Europea si confronterà nei prossimi anni.
A seguito della sintesi raggiunta da parte della Commissione Econ del Parlamento Europeo nel Giugno 2018 e della successiva approvazione del testo definitivo da parte dell’Econfin (Dicembre 2018), il 16 Aprile 2019 sono state, così, approvate dal Parlamento Europeo le versioni definitive di CRR II, CRD V BRRD II, SRMR II[1] che vanno a costituire il nuovo framework regolamentare cosiddetto “Basilea IV”.
Il nuovo impianto normativo prudenziale conclude il lungo iter intrapreso nel 2016 con la proposta di modifica del framework regolamentare bancario promosso dalla Commissione UE.
Tale proposta è finalizzata a salvaguardare il principio di proporzionalità, ovvero l’applicazione delle norme in funzione della dimensione e della complessità operativa, nonché ad aumentare la capacità di finanziamento dell’economia reale.
Obiettivi della Riforma
Obiettivo principe della riforma è introdurre nuovi vincoli regolamentari più efficienti e semplici nell’applicazione, tesi ad evitare una possibile nuova crisi finanziaria simile a quella manifestatasi nel recente passato.
In particolare, l’attenzione del “Group of Governors and Heads of Supervision”, organismo alla guida del Comitato di Basilea, si è focalizzata sulla necessità di una maggiore armonizzazione del processo di determinazione degli assorbimenti patrimoniali (Risk Weighted Assets – RWA) tra i differenti player bancari.
Fenomeno, dovuto principalmente, al differente recepimento a livello nazionale di specifiche norme ed all’impiego da parte degli istituti finanziari di modelli interni per la determinazione dei coefficienti prudenziali sviluppati sulla base di differenti presupposti.
La rilevata eterogeneità nel processo di determinazione dei requisiti patrimoniali ha indotto, quindi il regolatore alla revisione del “Single Rulebook” in materia di Capital Requirement (CRR II/CRD V) e Resolution (SRMR II/BRRD II) con l’obiettivo di:
- assicurare che le banche detengano sufficiente capitale per coprire perdite inattese e shock economici;
- minimizzare in caso di risoluzione l’impatto sull’economia reale garantendo che i costi dell’eventuale risoluzione sia sostenuti principalmente dalle banche;
- ridurre gli incentivi in capo alle banche all’eccessiva assunzione di rischi.
Entrata in Vigore
Il nuovo pacchetto di riforme regolamentari entra in vigore dal 27 giugno 2019 (20 giorni successivi alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale); tuttavia la sua applicazione sarà diluita nel tempo fino al 2023.
Inoltre, è previsto un regime transitorio finalizzato a garantire un’introduzione graduale delle nuove regole all’interno del mercato finanziario[2].
Principali Novità Introdotte CRR II e CRD V
Le principali novità introdotte in termini di Fondi Propri, TLAC, Capital Requirement, Coefficiente di Leva Finanziaria, Net Stable Funding Ratio posso riassumersi nei seguenti punti chiave:
1) Fondi Propri: La nuova riforma esclude dagli asset intangibili dedotti dai Fondi Propri specifici investimenti in software che, a seguito di una valutazione economica accurata, verranno ritenuti non passibili di un deterioramento economico in caso di risoluzione, insolvenza o liquidazione. La norma mira ad incentivare gli investimenti finalizzati alla trasformazione digitale del settore bancario.
2) TLAC: È prevista l’introduzione, solo per gli Istituti G-SIIs[3], del Requisito Minimo di Fondi Propri e Passività Ammissibili pari al 18% dell’importo complessivo dell’esposizione al rischio (18%) e al (6,75%) in percentuale all’esposizione rilevante ai fini del calcolo del coefficiente di leva finanziaria. Il nuovo requirement è finalizzato a garantire un ammontare sufficiente di passività con un’elevata capacità di assorbimento delle perdite (sottoponibili a bail-in), al fine di garantire in caso di risoluzione, adeguati e rapidi meccanismi di assorbimento delle perdite e ricapitalizzazione.
3) Rischio di Credito: La riforma introduce benefici, mediante l’adozione di un regime regolamentare più favorevole, alle seguenti tipologie di esposizioni:
- Prestiti alle PMI[4]: per tale categoria è prevista l’estensione dello sconto rappresentato dal Supporting Factor (23,81% dell’importo ponderato per il rischio) alle esposizioni fino a 2,5 milioni di euro (in precedenza 1,5 milioni); in più, per la parte eccedente i 2,5 milioni di euro, è stato introdotto un beneficio del 15 % dei requisiti patrimoniali;
- Credito finalizzato alla realizzazione di infrastrutture che la banca classifica nei portafogli regolamentari “corporate” o “specialized lending”: Per tali categorie, rispettate specifiche condizioni di risk profile e struttura dei cash flow attesi, è prevista una riduzione del 25% agli assorbimenti patrimoniali;
- Prestiti garantiti dalla cessione di una quota dello stipendio o della pensione: nello specifico è prevista una riduzione del coefficiente di ponderazione regolamentare dal 75% al 35% nel caso in cui la rata del finanziamento non superi il 20% dello stipendio/pensione e la sua durata sia uguale o inferiore a 10 anni).
Sempre con riferimento alle novità in termini di rischio di credito, per le Banche che utilizzano modelli interni, la nuova normativa introduce la possibilità di correggere il parametro LGD[5] in caso di cessioni massive di crediti deteriorati effettuate tra il 23 novembre 2016 e il 28 giugno 2022[6].
4) Rischio di Mercato: è stata rinviata la finalizzazione della review complessiva dell’intero framework relativo al rischio di mercato al 2022 come conseguenza del prolungarsi dei lavori da parte del Comitato di Basile della Fundamental Review of the Trading Book (FRTB).
5) Coefficiente di Leva Finanziaria: la riforma introduce un requisito minimo in termini di coefficiente di leva finanziaria pari al 3% del Tier 1 da rispettare in maniera addizionale rispetto ai risk based capital requirement già vigenti. A tale requisito viene sommato, solo per le Banche G-SIIs, un ulteriore leverage ratio buffer.
6) Net Stable Funding Ratio: È introdotto il livello minimo di coefficiente netto di finanziamento stabile pari al 100% a garanzia della capacità dell’ente di disporre di finanziamenti stabili sufficienti a soddisfare le sue esigenze di finanziamento su un orizzonte temporale di un anno sia in condizioni normali che in condizioni di stress.
Impatti attesi sul mercato bancario
E’ indubbio che il panorama regolamentare che si delinea all’orizzonte costituirà l’ennesima nuova sfida per un sistema bancario, che quotidianamente si cimenta nella comprensione degli impatti di nuove norme sulla proprie compagini aziendali.
Una lettura attenta del nuovo impianto normativo, lascia altresì trasparire, quanto il peso in termini di nuovi assorbimenti patrimoni dipenda dalla dimensione e complessità dei Gruppi Bancari.
La capacità di gestione del cambiamento dipenderà in maniera essenziale dalla velocità con cui gli istituti riusciranno ad anticipare ed indirizzare le proprie strategie in funzione delle mutate regole.
Sempre maggior attenzione viene quindi a porsi sulla qualità del credito erogato e sull’opportunità di definire modelli di business per le banche del futuro che trasformino il costo dei nuovi vincoli regolamentari in un’opportunità di evoluzione.
[1] Regolamento (UE) 2019/876 (Capital Requirements Regulation II), Direttiva (UE) 2019/878 (Capital Requirements Directive V), Regolamento (UE) 2019/877 (Single Resolution Mechanism Regulation II), Direttiva 2019/879 (Bank Recovery and Resolution Directive II).
[2] A differenza del Regolamento (UE) 2019/876 (CRR II) e del Regolamento (UE) 2019/877 (SRMR II), la Direttiva (UE) 2019/878 (CRD V) e la Direttiva 2019/879 (BRRD II) necessiteranno per la loro attuazione che gli Stati membri adottino e pubblichino le disposizioni necessarie al loro recepimento (entro il 28 Dicembre 2020).
[3] Global Systemically Important Institutions.
[4] Piccola e Media Impresa.
[5] Loss Given Default
[6] Per cessioni massive di crediti si intendono le operazioni di importo cumulato pari al 20% delle esposizioni deteriorate.