Nel contesto attuale si assiste all’evoluzione del ruolo della finanza quale driver a supporto dello sviluppo sostenibile. Nei mercati finanziari gli asset ESG hanno infatti raggiunto 37.800 miliardi di dollari (un terzo di tutti gli asset in gestione a livello globale) e sono in continua espansione.
A tale trend si associa l’aumento del rischio di greenwashing, ovvero quelle pratiche commerciali che descrivono un prodotto finanziario come ‘verde’ oppure ‘sostenibile’, al solo fine di migliorarne l’immagine e renderlo più attraente per gli investitori, anche laddove non siano rispettati standard di base.
Di Greenwashing tra comunicazione di impresa e informativa finanziaria parleremo al webinar del 29 aprile.
In un’ottica di contrasto vanno lette le norme del Regolamento (UE) 2019/2088 sull’informativa sulla sostenibilità nel settore dei servizi finanziari (Regolamento SFDR) e quelle del Regolamento UE 2020/852 ha introdotto nel sistema normativo europeo la tassonomia delle attività economiche eco-compatibili (Regolamento Tassonomia).
Il contrastato ai fenomeni di greenwashing è stato altresì indicato da Consob tra gli obbiettivi strategici di vigilanza nel proprio piano 2022-24.
In particolare, come indicato da Consob, l’attività di vigilanza si svilupperà sugli investimenti sostenibili, in particolare sulla documentazione d’offerta, sulla pubblicità e sull’attività dei consulenti, in coerenza con i tempi di attuazione della normativa ESG, per migliorare la disclosure dei fattori di sostenibilità.