La Commissione europea ha da poco pubblicato l’atteso rapporto sul futuro dell’Unione Europea a firma del Professor Mario Draghi.
Più precisamente, il rapporto, intitolato The future of European competitiveness, è composto di due documenti: il primo, denominato A competitiveness strategy for Europe, propone una strategia comune a tutti gli Stati membri per assicurare il superamento delle diverse sfide che si prospettano all’Unione nel prossimo futuro e per rendere la stessa più competitiva rispetto alle altre economie del pianeta.
Il secondo documento, denominato In-depth analysis and recommendations, precisa quali siano in concreto le azioni da intraprendere per attuare tale strategia.
Il rapporto si sofferma ampiamente anche sul sistema bancario e finanziario dell’Unione, formulando diversi suggerimenti per renderlo più efficiente ed aumentarne la capacità di finanziare l’economia reale.
Tra le diverse proposte, quella più dirompente attiene alla trasformazione dell’European Securities and Markets Authority in una “European Security Exchange Commission”, ossia una nuova autorità dotata sia di poteri regolamentari sia di poteri di vigilanza diretta sugli emittenti transnazionali, sui mercati più rilevanti e sulle controparti centrali.
In buona sostanza, tale autorità sarebbe modellata sulla scorta della Security Exchange Commission statunitense e della Banca Centrale Europea, creando per il mercato mobiliare europeo un sistema similare a quello che è il Meccanismo di Vigilanza Unico per il mercato bancario.
La costituzione di una European Security Exchange Commission è considerata «a key pillar of the Capital Markets Union», ma non è l’unica proposta formulata in materia: il rapporto, infatti, affronta anche altre tematiche quali la maggiore armonizzazione della normativa rilevante (specie dei regimi di insolvenza delle imprese), l’eliminazione degli ostacoli di natura fiscale agli investimenti transfrontalieri interni all’Unione, la maggiore centralizzazione nei processi di liquidazione e regolamento degli investimenti, e l’incentivo agli investimenti in fondi pensione.
Quanto al comparto bancario, il rapporto si focalizza sulla cartolarizzazione, suggerendo che essa dovrebbe essere incentivata attraverso una revisione della normativa rilevante, specie di quella inerente ai requisiti prudenziale inerenti alle attività cartolarizzate, nonché attraverso la creazione di una piattaforma di cartolarizzazione comune e la previsione di forme di supporto pubblico, quali, ad esempio, specifiche garanzie sulle tranche first-loss.
Sempre con riferimento al comparto bancario, il rapporto invita altresì ad una valutazione sull’adeguatezza della regolamentazione prudenziale vigente, anche alla luce dell’implementazione di Basilea IIII, rispetto alla necessità di assicurare la stabilità e la competitività del mercato bancario europeo sul piano internazionale.
Sempre in quest’ottica, il rapporto auspica il completamento dell’Unione Bancaria, guardando non soltanto al classico problema dell’istituzione di un sistema centralizzato di protezione dei depositanti ma anche alla gestione delle crisi, suggerendo una revisione normativa idonea ad assicurare che i gruppi transfrontalieri in crisi siano risolti a livello comunitario e non a livello nazionale.