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Impairment test dei non financial asset (IAS36): l’OIV sull’impatto della guerra in Ucraina

1 Agosto 2022
Di cosa si parla in questo articolo

Il documento in allegato dell’Organismo Italiano di Valutazione (OIV) propone un’analisi per stabilire se vi siano o meno le condizioni per riproporre l’impairment test in sede di semestrale, e nel caso quali elementi  siano da prendere in considerazione per valutare l’incertezza del contesto internazionale attuale, a seguito dell’invasione russa dell’Ucraina.

La guerra in Ucraina, infatti, sottolinea l’OIV, costituisce primariamente una grave crisi umanitaria per la  popolazione coinvolta ma, ha anche rilevanti effetti negativi sulle attività economiche, non solo nei paesi colpiti direttamente dalla guerra ma a livello globale, e sui mercati finanziari internazionali.

La guerra e le relative sanzioni imposte alla Russia, nonché le contromisure poste in essere da quest’ultima, hanno definito un forte incremento nei prezzi delle materie prime, nonché interruzioni o turbolenze nel funzionamento delle filiere di scambio internazionale.

Tali effetti macroeconomici hanno rafforzato l’inflazione già determinatasi con la crisi dovuta dall’epidemia da Covid-19, inflazione che si alimenta anche circolarmente indirizzando le aspettative di mercato.

Dall’incremento dell’inflazione consegue la necessità di adottare scelte di politica monetaria maggiormente restrittive da parte delle banche centrali nei principali paesi.

Queste scelte determinano effetti sistematici in primo luogo sul livello dei tassi  finanziari e poi sull’economia reale (investimenti, produzione, livello di occupazione).

Allo stato attuale, continua l’OIV, non è determinabile ex ante per quanto tempo la guerra dispiegherà effetti economici rilevanti sulle società oggetto di analisi.

In particolare, sussiste una complessità oggettiva nella:

  • valutazione della durata del fenomeno;
  • valutazione delle conseguenze economiche rilevanti;
  • valutazione dei probabili sviluppi futuri nello scenario di riferimento.

In tale situazione, risulta importante definire un percorso metodologico che possa individuare le migliori risposte alle domande di un generico user del bilancio, che sia coerente con il razionale sottostante e gli obiettivi del principio IAS 36.

Un’operazione utile alla cognizione del livello di esposizione del business al fenomeno può essere definita confrontando quanto previsto a budget per il primo semestre con i suoi risultati actual che può far emergere eventuali impatti sul business dell’impresa riconducibili al conflitto.

Dopo aver individuato le aree di business maggiormente colpite (CGU e/o partecipate), da queste si dovranno analizzare gli esiti dell’ultimo impairment test ed il relativo livello di coverage, per individuare un possibile livello di rischio di impairment (basso-medio-alto).

È però necessario distinguere, gli indicatori sugli asset inclusi nello scope IAS 36 (es. tangible, goodwill, intangible, right-of-use) derivanti da un’esposizione diretta dell’impresa nei paesi interessati dalla guerra e dalle sanzioni, che possono aver reso necessaria la messa in atto di decisioni o azioni quali ad esempio l’abbandono, la sospensione delle attività, la vendita o la cancellazione dell’investimento, da quelli che sono invece le conseguenze indirette del conflitto, come ad esempio l’aumento dei costi dell’energia, sui tassi di interesse ed sul trend inflazionistico.

In sede di semestrale, pertanto, l’impairment test andrà ripetuto in presenza di fattori esterni ed interni di presunzione di impairment loss, prendendo in considerazione tre fattori che potrebbero impattare sulla recuperabilità del valore delle attività, delle CGU o del gruppo di CGU:

  • la durata del conflitto;
  • l’intensità degli effetti negativi;
  • l’esposizione al rischio di impairment ante conflitto.
Di cosa si parla in questo articolo
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