La Banca d’Italia ha pubblicato un approfondimento in materia di informativa ESG per le banche italiane.
In particolare, evidenzia Banca d’Italia, in linea con gli sviluppi a livello globale, negli ultimi anni l’attenzione dei regolatori finanziari sui fattori ESG, in particolare sui rischi ambientali e climatici, è aumentata in modo significativo.
In questo contesto, la divulgazione di informazioni rilevanti sul clima svolge un ruolo fondamentale, sia per gli stakeholder finanziari che per quelli non finanziari.
Il quadro normativo dell’UE in materia di informativa ESG è piuttosto avanzato rispetto ad altre giurisdizioni e sarà quasi pronto per l’attuazione nei prossimi mesi.
La Banca d’Italia, in linea con la BCE e le altre autorità di vigilanza nazionali, ha avviato una serie di iniziative volte a contribuire attivamente ai principali progetti internazionali, a rafforzare il dialogo con l’industria nazionale e a valutare i progressi compiuti dai soggetti vigilati nell’informativa ESG.
L’approfondimento in oggetto:
- riassume i principali requisiti normativi per l’informativa ESG;
- indaga le aree di comunanza a livello europeo tra i requisiti di informativa del Terzo Pilastro e quelli previsti dagli standard in fase di elaborazione da parte dell’EFRAG;
- fa il punto sulle principali iniziative di vigilanza intraprese finora e presenta alcune riflessioni preliminari sulle principali sfide che le banche italiane dovranno affrontare.
Sul punto, continua la Banca d’Italia, una corretta informativa ESG con l’integrazione dei fattori ambientali, sociali e di governance (ESG) nel modello di business delle entità finanziarie e non finanziarie è fondamentale per una crescita economica sostenibile alla luce delle sfide ambientali esistenti.
Tra i fattori ESG, le questioni climatiche e ambientali rivestono un ruolo particolare.
A seguito dell’Accordo di Parigi, nel 2015 la comunità internazionale si è impegnata a mantenere il riscaldamento globale medio ben al di sotto dei 2 gradi Celsius rispetto ai livelli preindustriali e a proseguire gli sforzi per limitare l’aumento della temperatura a 1,5 gradi.
A livello europeo, nel 2019 la Commissione europea ha presentato un “Green Deal europeo” per ridurre le emissioni di gas serra (GHG) di almeno il 55% entro il 2030 (rispetto ai livelli del 1990) e raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Nel 2021, la Legge europea sul clima ha incorporato gli obiettivi fissati nel Green Deal europeo.
Un ruolo fondamentale, sempre nelle mani dei governi, è svolto anche dalla disponibilità di dati e informazioni di alta qualità sul clima.
In effetti, da una prospettiva macroeconomica la disponibilità di tali dati è un prerequisito per monitorare i rischi di stabilità finanziaria e valutare le vulnerabilità; da una prospettiva più micro, la rendicontazione ESG aumenta la consapevolezza delle aziende e potrebbe aiutarle a fissare obiettivi, misurare gli impatti e governare il cambiamento nella loro organizzazione.
Tuttavia, in questa fase, l’informativa non finanziaria da parte delle istituzioni finanziarie e non finanziarie rappresenta una sfida concreta per la maggior parte delle entità.
Le banche centrali e le autorità di vigilanza sono fortemente impegnate a promuovere la divulgazione dei fattori ESG e una corretta informativa ESG.
L’approfondimento è organizzato come segue: la sezione 2 tratta delle implicazioni dei fattori ESG sui rischi finanziari; le sezioni 3.1, 3.2 e 3.3 riassumono i principali requisiti normativi in termini di informativa ESG; le sezioni 3.4 e 3.5 indagano le aree di comunanza e di differenza tra i requisiti del Terzo Pilastro e quelli previsti dagli standard in fase di elaborazione da parte dell’EFRAG; la sezione 4 riporta le principali iniziative di vigilanza intraprese nel contesto dell’informativa ESG; la sezione 5 discute le principali sfide che le banche italiane dovranno affrontare.