Chi sono i consulenti finanziari indipendenti remunerati esclusivamente a parcella? Sono professionisti, svincolati da banche e reti, operano in assenza di conflitti di interesse e la loro attività non è legata alla vendita; questi soggetti non “toccano” il denaro dei clienti, che eseguono autonomamente le operazioni di acquisto e vendita di strumenti finanziari utilizzando il proprio intermediario.
La Mifid e le novità della Mifid II
Nel 2007 venne recepita in Italia la direttiva Mifid che elevò la consulenza a servizio “primario” sottoposto ad autorizzazione e che aprì la strada verso l’istituzionalizzazione della categoria dei consulenti indipendenti con gli articoli 18 bis e ter del TUF che introducevano l’Albo di categoria.
Ad oggi l’iter procedurale scelto dal nostro Paese non è stato ancora ultimato ma a fine 2013 abbiamo registrato un’apertura da parte del Ministero dell’Economia e della Consob con la possibilità di modificare l’attuale Organismo dell’Albo dei Promotori Finanziari in modo che possa ospitare anche i consulenti indipendenti in una sorta di albo a due teste con sezioni separate, dotate di una propria autonomia decisionale e rappresentanza.
La questione potrebbe essere risolta già nel 2014 quando verrà recepita anche la Mifid 2 per la quale il Parlamento Europeo e il Consiglio hanno appena raggiunto l’accordo il 14 gennaio 2014 che, tra le altre cose, introduce il concetto di consulenza “su base indipendente” in base al quale si prevede che l’operatore sia tenuto a:
– Valutare un numero sufficientemente ampio di strumenti finanziari disponibili sul mercato;
– Non accettare o ricevere compensi, commissioni o altri benefici monetari pagati o prestati da un terzo.
Quali servizi in attesa dell’Albo?
La domanda di mercato si è evoluta nel tempo e la “consulenza” è costituita oggi da una serie di servizi che spaziano dall’analisi e ricerca in materia di investimenti alle raccomandazioni generali sugli strumenti finanziari, dall’asset allocation fino al financial planning.
Le raccomandazioni generali, la ricerca e l’analisi finanziaria sono attività liberamente esercitabili senza particolari restrizioni e identificano una novità introdotta dalla Mifid che le ha assimilate in un unico servizio, qualificato come “accessorio” ed inserito nel relativo elenco lettera f) dell’art. 1, comma 6 del TUF (ad es. sono raccomandazioni generali le analisi su strumenti finanziari per quotidiani, giornali e le analisi pubblicate su siti internet accessibili ad un pubblico indistinto).
I professionisti che erano attivi al momento di entrata in vigore della Mifid e che operano nel cosiddetto “regime transitorio” possono prestare anche il servizio di “raccomandazione personalizzata” (“adatta” per il cliente), per il quale è prevista l’autorizzazione e l’iscrizione al futuro Albo di categoria; chi invece ha iniziato l’attività successivamente può prestare tutti gli altri servizi (analisi e ricerca in materia di investimenti e raccomandazioni generali) che in virtù del carattere accessorio non sono subordinati ad alcuna autorizzazione dell’Autorità di Vigilanza.
L’impatto della Mifid II sul mercato della consulenza
Con l’introduzione della consulenza “su base indipendente” anche le banche e le reti di vendita di prodotti finanziari potrebbero destinare delle risorse allo sviluppo di questo servizio di investimento contribuendo all’espansione del mercato.
La creazione di divisioni “dedicate” dovrebbe consentire una maggiore divulgazione del servizio e permettere ad un’ampia fascia di popolazione di avvicinarsi alla consulenza finanziaria, ampliando la base dei potenziali utenti.
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