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Giurisprudenza

Sull’esperibilità di azioni collettive verso clausole bancarie abusive

2 Agosto 2024

Michele Greggio, Dottore di ricerca in Giurisprudenza, Università degli Studi di Padova

Corte di Giustizia UE, Sez. IV, 4 luglio 2024, C‑450/22 – Pres. C. Lycourgos, Rel. O. Spineanu-Matei 

Di cosa si parla in questo articolo

La Corte di Giustizia dell’Unione Europea, con sentenza del 4 luglio 2024 (Pres. C. Lycourgos, Rel. O. Spineanu-Matei), si è pronunciata sull’esperibilità di azioni collettive verso clausole bancarie abusive previste nei contratti stipulati con i consumatori, applicate da numerosissime banche, nello stesso periodo di riferimento.

Ha infatti precisato che la Direttiva 93/13/CEE del Consiglio, del 5 aprile 1993, concernente le clausole abusive nei contratti stipulati con i consumatori, consente al giudice nazionale di “procedere al controllo della trasparenza di una clausola contrattuale nell’ambito di un’azione collettiva diretta contro numerosi professionisti dello stesso settore economico e riguardante un numero molto elevato di contratti”.

Ciò è consentito, prosegue la Corte, “purché tali contratti contengano la medesima clausola o clausole simili […] basandosi sulla percezione del consumatore medio, normalmente informato e ragionevolmente attento e avveduto, quando tali contratti si rivolgono a categorie specifiche di consumatori e tale clausola è stata utilizzata per un periodo molto lungo.

Tuttavia, se, durante tale periodo, la percezione globale del consumatore medio riguardo a detta clausola è stata modificata dall’intervento di un evento oggettivo o di un fatto notorio, la direttiva 93/13 non osta a che il giudice nazionale proceda a tale controllo tenendo conto dell’evoluzione della percezione di tale consumatore”.

I giudici comunitari si sono così pronunciati su un rinvio pregiudiziale promosso dal Tribunale Supremo (Corte suprema) spagnolo, chiamato a risolvere una controversia sorta originariamente tra ADICAE (Asociación de Usuarios de Bancos, Cajas y Seguros de España), insieme a 820 consumatori costituitisi individualmente, e 101 enti creditizi spagnoli.

In particolare, l’associazione di categoria aveva denunciato il carattere abusivo di una clausola di “tasso minimo” applicata da pressoché tutte le banche spagnole nel periodo compreso tra dicembre 1989 e giugno 2019.

Il giudice del rinvio, dopo la condanna degli istituti di credito nei due gradi di giudizio precedenti, aveva sollevato la questione pregiudiziale su due diverse questioni, ossia:

i) la possibilità di accertare la presenza di clausole bancarie abusive nei contratti stipulati da consumatori, per il tramite di azioni collettive

ii) le modalità con cui caratterizzare il “consumatore medio” in tali azioni collettive, anche tenuto conto dell’ampio arco temporale entro cui i contratti censurati sono stati conclusi. 

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