Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale UE del 10 luglio 2024 la Direttiva (UE) 2024/1799, ovvero la c.d. Direttiva sul diritto alla riparazione (Right to repair – R2R), recante norme comuni che promuovono la riparazione dei beni, in modifica del Regolamento (UE) 2017/2394 e delle Direttive (UE) 2019/771 e (UE) 2020/1828.
Le nuove misure ivi contenute renderanno più agevole per i consumatori richiedere la riparazione anziché la sostituzione dei prodotti, semplificando l’accesso ai servizi di riparazione in termini di facilità, velocità, trasparenza ed attrattività.
La Direttiva favorisce il prolungamento della vita dei prodotti attraverso la riparazione, promuovendo così modelli commerciali più sostenibili e riducendo i rifiuti.
Tra gli strumenti proposti, vi è la possibilità per i consumatori di:
- richiedere la riparazione di prodotti tecnicamente riparabili
- accedere ad un modulo europeo di informazione sulla riparazione
- accedere ad una piattaforma online europea per le riparazioni, che sostituisce le 27 piattaforme nazionali, facilitando il collegamento fra consumatori e riparatori
- ottenere un’estensione di 12 mesi del periodo di responsabilità del venditore dopo la riparazione.
Inoltre, la Direttiva Right to repair, in sintesi:
- introduce l’obbligo per i produttori di beni con requisiti di riparazione di effettuare le riparazioni entro un periodo ragionevole e a un prezzo equo
- mantiene il diritto del consumatore di scegliere tra riparazione e sostituzione quando un prodotto è difettoso
- obbliga i produttori a fornire informazioni sui pezzi di ricambio sul loro sito web, garantendo accesso a tali pezzi a un prezzo ragionevole, per i riparatori indipendenti
- impedisce pratiche che limitano l’uso di pezzi di ricambio di seconda mano o stampati in 3D.
Gli Stati membri devono adottare le disposizioni legislative, regolamentari e amministrative necessarie per conformarsi alla presente Direttiva, entro 31 luglio 2026.