Consob ha pubblicato il quaderno giuridico n. 32 di gennaio 2025, sul fenomeno della c.d. “gamification” degli strumenti finanziari, ovvero il ricorso a tecniche tipiche del gioco in contesti non ludici.
L’accesso diretto dei risparmiatori retail ai mercati finanziari tramite piattaforme digitali e la circolazione di informazioni sui social media stanno introducendo sempre nuove sfide, sia per la regolamentazione, che per le autorità di vigilanza: la gamification sta difatti trasformando il comportamento degli investitori, in particolare retail, apportando rischi significativi legati alla volatilità e all’impulsività delle decisioni.
Tra le forme di gamification più diffuse gra gli strumenti finanziari vi sono:
- quelle finalizzate a incentivare la negoziazione, tra cui il trading, che non prevede la corresponsione di commissioni e il trading di titoli frazionati; sempre più diffuso è poi il ricorso ai digital device per l’attività di trading.
- il c.d. “design” e cioè un’architettura intuitiva e una presentazione visiva accattivante di app e interfacce di trading online dirette a invogliare gli utenti a compiere specifiche azioni
- quelle che favoriscono uno stretto legame tra l’attività d’investimento finanziario e l’utilizzo dei social media: alcune app di trading consentono agli utenti di registrare attraverso screenshot la propria operatività e di pubblicarla sui social: si favorisce così la compilazione di classifiche tra trader e il cosiddetto “copy trading”; attraverso le classifiche si mettono in risalto i trader di maggior successo in termini di popolarità o di performance conseguite in un determinato lasso di tempo; col copy trading possibilità di ricalcare l’operatività degli investitori di riferimento scelti frequentemente proprio in base alla loro classifica
- titoli meme: strumenti e prodotti finanziari resi popolari attraverso il ricorso ai cosiddetti “meme”, ovvero a immagini, frasi, video o foto declinate in maniera spiritosa che si diffondono in maniera virale e spontanea sul web; il titolo meme può essere oggetto di attenzione da parte sia degli investitori specializzati sia dei piccoli investitori incentivati a negoziarli dai social network, i quali, talvolta, fungono addirittura da dispositivi di sincronizzazione della loro attività di trading.
Gli ultimi fenomeni, in particolare, fanno leva sullo spirito di emulazione dell’investitore retail, con elevati rischi associati a contesti di volatilità del mercato.
In sintesi, nello studio Consob, al fine di comprendere a pieno le implicazioni della gamification degli strumenti finanziari, vengono quindi analizzati casi emblematici (come dei titoli GameStop e Robinhood) esplorando le implicazioni normative e le lacune regolatorie attuali.
Sono peraltro affrontati temi di stretta attualità, quale il ruolo svolto dalle piattaforme digitali, dai social media e dai fininfluencer nelle scelte di investimento dei risparmiatori ed esaminati i profili patologici del c.d. copy trading e del PFOF.
L’incremento del prezzo del titolo GameStop registrato tra maggio e giugno 2024 sottolinea la persistenza di fenomeni legati a dinamiche social e invita a riflettere sull’importanza di garantire informazioni affidabili per il funzionamento dei mercati e la tutela dei risparmiatori.
Nell’ottica di innalzare i livelli di tutela offerti al risparmiatore retail, sono pertanto offerte alcune proposte volte ad aggiornare il quadro normativo di riferimento.