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La procura di Trani ipotizza il reato di manipolazione del mercato per alcuni analisti di S&P e Moody’s

10 Agosto 2011
Di cosa si parla in questo articolo

Da quanto si apprende dal sito dell’AGI (Agenzia Giornalistica Italia), la Procura di Trani ipotizza che il reato di manipolazione del mercato in capo ad alcuni analisti delle agenzie di rating Standard & Poor’s e Moody’s i quali, esprimendo “giudizi falsi, infondati o comunque imprudenti”, avrebbero appunto manipolanto il mercato.

Questo quanto si legge nell’ordinanza di esibizione degli atti firmata dalla Procura di Trani con la quale il 3 agosto scorso era stata chiesta alla Consob tutta la documentazione sul procedimento di registrazione delle due agenzie di rating.

Tre gli indagati i cui nomi vengono indicati nell’ordinanza con l’accusa di avere elaborato e diffuso tra maggio e luglio,anche a mercati aperti, notizie non corrette idonee a provocare “una sensibile alterazione del prezzo di strumenti finanziari”. Si tratta di Eileen Zhang di S&P Europe a Londra, Frank Gill di S&P Europe a Londra e Moritz Kraemer di S&P Europe a Francoforte. Inoltre, tra gli indagati c’è anche un analista senior di Moody’s ancora da identificare, nei confronti del quale la Procura procede per l’accusa di manipolazione del mercato.

Secondo i pm di Trani, gli indagati “elaboravano e diffondevano” tra maggio e luglio scorsi “anche a mercati aperti” notizie “non corrette (dunque false anche in parte) comunque esagerate e tendenziose sulla tenuta del sistema economico-finanziario e bancario italiano, concretamente idonee a provocare una sensibile alterazione del prezzo di strumenti finanziari”.

In particolare, il 20 maggio scorso gli analisti Zhang e Gill con la collaborazione e supervisione di Kraemer “divulgavano in un report l’avvenuto “taglio dell’outlook del debito sovrano dell’Italia da stabile a negativo (“Republic of Italy Outlook Revised to Negative On Risk Of Persistent High Debt Ratio; “A+/A-1+”), diffondendo non contestualmente ma solo il 23 maggio 2011 altro report esplicativo delle ragioni della rivisitazione dell’outlook (“Why we revised the Outlook on Italy To negative”): giudizi/previsioni da ritenere falsi, parzialmente infondati e comunque imprudenti, tendenziosi e scorretti (anche nelle forme di comunicazione) secondo quanto asserito da altre Agenzie di rating (Moody’s e Fitch), oltre che dalle supreme Autorità nazionali (Ministero Economia) che in pari data (21/5/2011) con un comunicato stampa (il n. 72) smentiva – alla stregua di dati macroeconomici ufficiali – il summenzionato giudizio di S&P che (con)causava sensibili perdite di titoli azionari, obbligazionari e dei titoli di Stato nazionali”.

Ancora, proseguono i magistrati, “il giorno venerdì 1 luglio 2011 poco dopo le 13 (prima della chiusura dei mercati) elaboravano e divulgavano in un’ulteriore nota (“Despite Announced Austerity Measures, Italy Still Faces Substantial Risks to Debt Reduction”) giudizi negativi sulla manovra finanziaria presentata in Consiglio dei Ministri dal Ministro dell’Economia quando il testo della stessa non era ancora ufficiale e definitivo, così determinando ulteriori turbolenze sul mercato dei titoli e sulle aste dei titoli di Stato”.

“In conseguenza della diffusione dei sopra descritti giudizi – affermano i magistrati – si determinava il pericolo di una apprezzabile alterazione del prezzo degli strumenti finanziari oggetto di contrattazione”.

Per quanto riguarda poi l’ipotesi di manipolazione del mercato, contestata soltanto all’analista di Moody’s non ancora identificato, questi “in concorso con persona o persone in via di identificazione, nell’esercizio dell’attività di ‘rating’ per conto dell’agenzia Moody’s Investor Service elaborava e diffondeva in data 6/5/2010 – a mercato aperto – verso le ore 11.15, notizie false (anche in parte) sulla tenuta del sistema economico e bancario italiano, concretamente idonee a provocare una alterazione del prezzo di strumenti finanziari”. “Più segnatamente, divulgava via internet comunicati stampa riassuntivi di precedenti report della medesima Agenzia – si legge ancora nell’ordinanza – anche esprimevano giudizi negativi sul sistema economico-bancario italiano (definito “a rischio”’): giudizi da ritenersi falsi, infondati o comunque imprudenti secondo quanto asserito da altre Agenzie di rating oltre che dalle supreme Autorità nazionali che – in pari data (6/5/2010) ed a mercato aperto – smentivano i giudizi di Moody’s che, peraltro, l’indomani 7/5/2010 sostanzialmente ritrattava il proprio precedente giudizio”.

“In conseguenza della diffusione dei sopra descritti giudizi di Moody’s (diffusione avvenuta a ‘mercato aperto’) si determinava un’alterazione (da quantificare) di strumenti finanziari”.

Tra l’altro, i magistrati sottolineano come sia “di solare evidenza che se le informazioni fornite dalle Agenzie di rating non sono veritiere (in tutto o anche solo in parte), nè puntuali, nè fondate su dati ufficiali ed affidabili, viene a determinarsi una sorta di ‘aggiotaggio informativo’, cioè una “‘manipolazione” del mercato che procura pesanti danni che si riverberano sull’economia globale (non solo su quella del Paese destinatario del rating/outlook “negativo”).

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