Banca d’Italia ha pubblicato in data odierna la relazione del Governatore di Banca d’Italia all’Assemblea ordinaria dei Partecipanti, in vista dell’approvazione del bilancio.
In sintesi, il Governatore affronta la tematica della politica monetaria europea e dei suoi riflessi sul bilancio di Bankitalia, nonché sulla complessa situazione patrimoniale.
In particolare, afferma che la politica monetaria dell’Eurosistema mira a riportare l’inflazione al 2%, conducendo a un ampio acquisto di titoli da parte delle banche centrali.
Nel luglio 2022, la BCE ha iniziato tuttavia una stretta monetaria, aumentando i tassi di riferimento di 200 punti base fino a luglio 2023.
Il reinvestimento dei titoli del programma di acquisto è terminato a luglio 2023, ma il programma pandemico continuerà fino alla fine del 2024, con riduzioni mensili e cessazioni.
I prestiti alle banche dell’Eurozona sono diminuiti notevolmente.
Nel 2023, l’attivo della Banca d’Italia è diminuito a causa dei rimborsi dei prestiti e delle decisioni della BCE: la perdita della Banca nel 2023, dovuta alla stretta monetaria, è stata coperta dai fondi patrimoniali; si prevede un ritorno all’utile nel 2025.
La Banca sta adottando cambiamenti organizzativi per una migliore efficienza, incluso l’uso delle risorse digitali e una riorganizzazione delle strutture.
Per concorrere fattivamente al progetto dell’Eurosistema sull’euro digitale – un mezzo di pagamento innovativo, sicuro, accessibile gratuitamente a tutti i cittadini – sta inoltre adottando una soluzione organizzativa che, mediante il concorso di tutte le competenze necessarie, potrà contribuire a svolgere le attività richieste in modo agile e flessibile.
Inoltre, mettendo a frutto l’esperienza acquisita con il modello di lavoro ibrido – che comporta un minor fabbisogno di spazi negli uffici – è stato definito un programma di riallocazione delle strutture che produrrà un sensibile calo dei costi immobiliari.
Nella relazione, il Governatore di Banca d’Italia ricorda che è in fase di valutazione un progetto per continuare ad assicurare i servizi che oggi l’Istituto fornisce sul territorio attraverso una maggiore integrazione con gli uffici centrali, con aggiustamenti che non alterino in modo significativo la configurazione della rete.
In particolare, le attività che beneficiano della prossimità territoriale saranno presidiate e rafforzate: dai rapporti con le comunità locali alla tutela della clientela, dal contrasto del riciclaggio all’analisi economica e all’educazione finanziaria.
Verrà inoltre salvaguardata la capillarità della circolazione monetaria.
La distribuzione degli utili proposta prevede un dividendo ridotto per i partecipanti, a causa della perdita registrata nel 2023, con una parte dell’utile destinata allo Stato e una posta di stabilizzazione per i partecipanti: a valere sull’utile netto di 815 milioni, si propone di riconoscere ai Partecipanti un dividendo di 200 milioni, ammontare inferiore di 140 milioni rispetto al precedente esercizio.
L’utile per lo Stato è pari a 615 milioni, con una riduzione di 1.061 milioni.
A integrazione del dividendo corrente attribuito ai Partecipanti viene utilizzata per 140 milioni la posta di stabilizzazione; ai Partecipanti spetterebbe pertanto un importo complessivo di 340 milioni.
La residua consistenza della posta di stabilizzazione – pari a 140 milioni – resterebbe disponibile qualora fosse necessaria un’integrazione negli anni futuri.