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Attualità

La riforma fallimentare. Due proposte per i decreti legislativi

16 Novembre 2017

Giuseppe Rebecca, Studio Rebecca & Associati

Di cosa si parla in questo articolo

La legge delega per la riforma delle procedure concorsuali è stata finalmente approvata, dopo anni di approfondimenti. Non è una legge che soddisfa tutti, ma sicuramente è un passo avanti.

Ora ci attendiamo i decreti delegati. Tenuto conto che è anche prevista la revisione del sistema dei privilegi e delle garanzie, suggeriamo due particolari interventi concreti, forse marginali, ma non per questo meno importanti. Riguardano le sanzioni e le penalità e appunto i privilegi. Quanto alle sanzioni e penalità, si suggerisce di prevedere che le multe, ammende, pene pecuniarie, pene accessorie e qualsiasi penalità (di ogni genere, oppure solo fiscali) vengano annullate in caso di pagamento integrale, in sede di primo riparto, del debito in conto capitale con o senza interessi (un po’ come è stato fatto, una tantum, con la legge n. 410 del 29 novembre 1997, art. 6 bis, conversione del D.L. 29 settembre 1997 n. 328, ma che non ha poi avuto alcun seguito, se non erriamo).

L’erario e gli enti coinvolti non ci rimetterebbero nulla, e i creditori potrebbero così trovare maggiore soddisfazione.

Altra cosa, più dirompente, riguarda i privilegi, ed in particolare la ripartizione proporzionale delle perdite tra tutti i creditori ammessi allo stato passivo. Oggi la situazione è questa: una selva di privilegi, frutto di poche norme di base implementate nel tempo sulla base di spinte di tante categorie. I creditori chirografari sono così sempre più i veri paria del fallimento, quelli che ne sopportano, sempre, il peso maggiore, se non addirittura integrale. I creditori privilegiati assorbono quasi sempre tutto l’attivo del fallimento, il che forse non è del tutto equo. Al di là di una necessaria rivisitazione dei privilegi, con congruo snellimento delle previsioni, potrebbe risultare interessante una innovazione semplice. Distribuire una perdita, necessariamente piccola, a tutte le categorie di soggetti creditori, perdita che aumenta con il passaggio ai successivi privilegi nella scala dei privilegi stessi. Esemplificando: si potrebbe attribuire alla prededuzione il pagamento pieno, ai dipendenti una perdita dell’1%, agli enti previdenziali una perdita del 5%, ai professionisti, artigiani e agenti una perdita del %, alle imposte una perdita del % e così via… E questo per tutti i creditori, o almeno quelli con il credito più recente. La perdita non sarebbe rilevante per il singolo creditore, che ben potrebbe sopportare, e nel contempo consentirebbe sicuramente di soddisfare più creditori; i creditori chirografari potrebbero quindi aspirare a qualche maggiore soddisfazione, ancorché limitata, con un piccolo sacrificio degli altri creditori che verrebbero ad incassare quasi tutto.

In definitiva, si tratterebbe di ripartire la perdita tra tutti i creditori, ancorché in misura differenziata.

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