Pubblicato sulla Rivista di Diritto Bancario l’articolo di Elisabetta Pederzini, Professoressa Associata di Diritto Commerciale, Università degli Studi di Trento, su “La tracciabilità dei movimenti finanziari tra anonimato e pseudonimato: FinTech, incorporazione del diritto nella tecnica e paradigma by design“.
Il tema della tracciabilità delle transazioni interseca Fintech nelle sue molteplici manifestazioni, strettamente correlate all’applicazione della tecnologia Blockchain, ed involge tanto questioni di schietto diritto penale quanto problematiche di pretta natura privatistica. In particolare, la valutazione risulta antitetica: se l’anonimato concretizza il rischio connesso all’ignoto criminale mentre garantisce pienamente la riservatezza dei dati personali, l’imperitura tracciabilità oggettiva e la conseguente riferibilità soggettiva minacciano fortemente il diritto individuale alla protezione e al controllo dei dati personali.
Il saggio intende suggerire che il problema può essere efficacemente fronteggiato sfruttando il paradigma legale e i metodi tecnici della pseudonimizzazione. Soluzione plausibile ed efficiente che trova fondamento nella logica di quella che è stata definita incorporazione del diritto nella tecnica, secondo un modello di normazione rintracciabile proprio nella disciplina europea in materia di protezione dei dati personali, che tutela la persona e la sua riservatezza sin dalla fase della progettazione, traducendo in termini giuridici il principio «by design e by default».
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