L’Organizzazione internazionale delle Autorità di controllo dei mercati (IOSCO) ha appena pubblicato il suo terzo report sugli Hedge Fund. Scopo principale del documento in oggetto è di raccogliere dati sostanziali riguardanti i segmenti di mercato in cui gli Hedge Fund operano, nonché informazioni rilevanti sulle attività di trading, sulla leva finanziaria, sul finanziamento e sulle controparti contrattuali.
Tale relazione integra gli sforzi che i regolatori nazionali e internazionali stanno attualmente compiendo per comprendere le dinamiche di tale industria. In particolare, lo IOSCO con tale pubblicazione vuole supportare le iniziative del G20 volte mitigare i rischi associati alle attività finanziarie di tali soggetti.
In ragione di ciò, il documento offre un’analisi approfondita dei risultati ottenuti dalla stessa Organizzazione nelle proprie valutazioni, e offre una panoramica esaustiva sul mercato degli Hedge Fund a partire dal Settembre 2014. Occorre rilevare, infine, come il report sia l’unico studio su scala globale finora condotto in prospettiva regolamentare su tali istituti finanziari.
A tal proposito, particolarmente degne di nota sono le seguenti considerazioni:
1) Lo studio raccoglie le informazioni provenienti da 1486 Hedge Fund, circa il 42% in più rispetto al precedente report in materia pubblicato dallo IOSCO;
2) Le attività degli Hedge Fund in oggetto ammontano a circa 2.6 trilioni di dollari, circa il 34% in più rispetto alla precedente pubblicazione. Tale crescita può essere imputata ai cambiamenti nel valore delle attività finanziarie, alla struttura dei fondi e alle dinamiche dei flussi monetari;
3) L’industria degli Hedge Fund è particolarmente concentrata negli Stati Uniti, mentre le isole Cayman continuano a essere luogo preferito per la residenza fiscale;
4) Le transazioni dei soggetti finanziari in esame sono denominate principalmente in dollari, e i maggiori investimenti si concentrano nell’America settentrionale;
5) L’utilizzo di strategie equity-based rimane di gran lunga prevalente tra questi soggetti;
6) I dati suggeriscono che non vi sono al momento rischi di liquidita significativi per tali enti.