L’Avvocato generale della Corte di Giustizia UE, M. Campos Sánchez-Bordona, ha presentato le proprie conclusioni nella Causa C‑537/16, in cui la Corte è chiamata a pronunciarsi sull’applicazione del principio del ne bis in idem in caso di normative nazionali che consentano di cumulare sanzioni amministrative e penali, con particolare riguardo, nel caso di specie, al settore degli «abusi di mercato».
Di seguito le conclusioni.
L’articolo 50 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea:
1) Non consente la doppia repressione, amministrativa e penale, della medesima condotta illecita di abuso di mercato, quando la sanzione amministrativa che, ai sensi della normativa nazionale, ne consegue presenti sostanzialmente natura penale ed è prevista la ripetizione dei procedimenti contro la medesima persona e per fatti identici, senza elaborare un meccanismo processuale che eviti tale duplicità.
2) Può essere fatto valere direttamente da un singolo dinanzi a un organo giurisdizionale nazionale, che è tenuto a garantire la piena efficacia del diritto al ne bis in idem, disapplicando all’occorrenza, di propria iniziativa, qualsiasi disposizione contrastante della legislazione nazionale».