CDS e Rating
30.07.2012 – La settimana è stata caratterizzata soprattutto dall’intervento di Moody’s sull’outlook di Germania, Olanda e Lussemburgo. L’agenzia ha abbassato l’outlook dei tre paesi a negativo, pur confermando la tripla A. La Germania viene dunque bocciata per la prima volta a causa dei possibili costi che il salvataggio dell’euro comporterebbero per lei (l’agenzia tedesca IFO ha stimato un possibile esborso che lambirebbe i 90 miliardi). Come diretta conseguenza della modifica dell’outlook l’agenzia ha rivisto la valutazione prospettica del fondo EFSF (a cui potrebbe però, in base ad alcune indiscrezioni, essere assegnata la licenza bancaria e così approvvigionarsi direttamente dalla BCE, migliorando enormemente la sua dotazione patrimoniale). Tagli anche per le banche tedesche ed olandesi.
Valute & Commodity
Le rassicurazioni dei vertici economici e politici europei hanno dato nuova forza all’Euro che in settimana, dopo una prima fase di continua debolezza con il cambio che ha toccato la soglia di 1,20 Dollari, è balzato in alto andando a riprendere il livello di 1,23 Dollari per Euro. La forza dell’Euro si è dimostrata soprattutto rispetto a Dollaro e Yen, mentre rispetto ad altre valute, soprattutto quelle asiatiche e oceaniche, il trend è sostanzialmente confermato. Le materie prime hanno seguito l’andamento delle valute, soprattutto per quanto riguarda l’oro che ha guadagnato posizioni in settimane, e del sentiment globale sulla situazione europea, con il petrolio che ha guadagnato bene.
Dati Macro
A livello macro la settimana è stata caratterizzata da dati non brillanti sulla crescita economica mondiale. In Gran Bretagna il Pil del secondo trimestre ha registrato una contrazione dello 0,7% dopo il -0,3% del primo trimestre. L’economia della Cina crescerà quest’anno "di circa l’8%", grazie a un’accelerazione nella seconda metà dell’anno. E’quanto emerge da un rapporto del FMI, che corregge in lieve calo la stima dell’8,25% che aveva rilasciato in aprile. Si registra infine il rallentamento della crescita degli Stati Uniti nel secondo trimestre dell’anno a causa della minore spesa per consumi. Il Pil è cresciuto a un tasso annuale dell’1,5% tra aprile e giugno, un dato inferiore al 2% (rivisto al rialzo) dei tre mesi precedenti e al tasso del 4,1% nel quarto trimestre del 2011. Non buoni anche i dati del PMI cinese e dell’Eurozona e l’indice Ifo tedesco. In settimana ancora dati sulla fiducia dell’industria e dei consumatori a livello globale e la decisione sui tassi della BOE e della BCE.
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