CDS e Rating
Sul fronte rischio di credito, a tener banco nella settimana è il downgrade, per certi osservatori poco opportuno per la tempistica, dell’Italia da parte di Moody’s. La società di valutazione del rischio ha espresso critiche sulla capacità dell’Italia di intraprendere un sentiero di crescita economica e contemporaneamente di riduzione del debito efficiente. Inoltre il rischio contagio da Grecia e Spagna è valutato ancora come molto alto e non da ultimo il rischio derivante dall’avvicinarsi delle elezioni il prossimo anno desta, secondo l’agenzia, molte preoccupazioni. Il risultato di questo intervento lo si è avvertito soprattutto sull’obbligazionario italiano e periferico in generale. I CDS invece non hanno riportato variazioni significative, nonostante un calo pressoché generalizzato nella settimana.
Valute & Commodity
Downgrade, incertezze politiche ancora non sopite e dati macro in peggioramento hanno favorito la fuoriuscita di capitali dall’Area Euro. Il cross tra l’Euro e la stragrande maggioranza delle valute mondiali è stato perciò spinto al ribasso. Rispetto al Dollaro USA si è arrivati molto vicini alla soglia psicologica molto importante di 1,20. Rispetto ad altre valute il deprezzamento è stato anche più marcato. Le materie prime continuano invece una fase di sostanziale stabilità. I due leading, petrolio e oro, risultano poco mossi. Da menzionare invece il continuo rialzo di alcune materie prime agricole (mais e grano per esempio) che registrano ormai un rally da molte settimane. Le forze speculative sembrano in questa fase di mercato molto focalizzate su questo tipo di asset class.
Dati Macro
Banche centrali e organismi internazionali continuano a rilasciare sul mercato report che descrivono una situazione mondiale ormai in affanno. Gli ultimi dati sull’inflazione, in parziale rallentamento anche in Cina, confermano la frenata anche del colosso asiatico. I dati sul PIL cinese usciti, con una crescita nel secondo trimestre di solo il 7,6%, un dato che non si osservava dal 2009, confermano quanto detto. Nuovi stimoli all’economia arriveranno soprattutto dalle economie emergenti, dove si inizierà a puntare sempre di più sui consumi interni. Le economie più avanzate stanno ormai esaurendo le cartucce e la situazione sembra peggiorare ancora. In settimana in attesa alcuni dati sulla situazione manifatturiera negli USA e in Germania, ancora nuovi dati sull’inflazione globale e alcuni dati sull’immobiliare americano che sembra l’unico avviato ad una lenta ripresa.
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