La Corte dei conti europea ha pubblicato la relazione speciale n. 29/2016 su «Il Meccanismo di vigilanza unico: un buon inizio, ma sono necessari ulteriori miglioramenti».
Secondo la relazione della Corte dei conti europea, in breve tempo la Banca centrale europea (BCE) è riuscita a creare il Meccanismo di vigilanza unico (MVU), dotandolo di un proprio organico. In virtù dell’MVU, la BCE è ora responsabile della vigilanza diretta su circa 120 gruppi bancari tra i più importanti della zona euro. Essa si avvale, però, in misura eccessiva delle autorità nazionali competenti per garantire una “vigilanza piena ed efficace”, come richiesto dalla normativa UE.
La Corte ha quindi raccomandato alla BCE di intraprendere le seguenti azioni principali:
- vigilanza ispettiva: la presenza della BCE nelle ispezioni in loco dovrebbe essere rafforzata in misura consistente;
- vigilanza a distanza: la BCE dovrebbe garantire personale sufficiente e dotato delle competenze adeguate, nonché potenziare i propri strumenti per l’identificazione delle competenze e l’assegnazione del personale;
- obbligo di rendiconto: la BCE dovrebbe fornire i documenti richiesti ai fini dell’audit e stabilire un quadro per la misurazione della performance della vigilanza;
- governance: il processo decisionale dovrebbe essere semplificato e andrebbero analizzati i rischi posti dai servizi condivisi.
La BCE ha accettato tutte queste raccomandazioni, eccezion fatta per quanto riguarda i servizi condivisi e l’influenza del Consiglio di vigilanza dell’MVU sul bilancio della BCE destinato alle attività di vigilanza. Secondo il parere della BCE, il Consiglio di vigilanza non esercita un controllo sulla dotazione finanziaria o sulle risorse umane destinate alla vigilanza in quanto non è un organo decisionale della BCE, bensì un organo aggiuntivo integrato nella struttura istituzionale della BCE in virtù del regolamento sull’MVU.