CDS e Rating
12.11.2012 – Molti operatori considerano praticamente una certezza un nuovo taglio del debito ellenico, mentre dalla Spagna non arrivano segnali positivi sulla possibilità di richiesta di aiuti all’Europa. Se a questo uniamo i molti osservatori che intravedono un grosso rischio recessione negli USA derivante da un mancato accordo sul fiscal cliff,appaiono lecite le sollecitazioni delle agenzie di rating per una pronta risoluzione dei problemi. In una nota Fitch ha fatto sapere di prevedere un prossimo downgrade degli USA se la questione fiscale non verrà risolta. In Europa ha invece ammonito la Grecia e l’unione intera affinché il debito ellenico venga assorbito in sede centrale donando sostenibilità alle finanze del paese. Il rischio percepito dai mercati su governi e banche è per questi motivi marginalmente aumentato, soprattutto a livello dei periferici EU, ma anche sugli sviluppati più safe.
Valute & Commodity
Sul fronte valutario la settimana ha visto un generale apprezzamento della maggior parte delle valute globali contro l’Euro. Le debolezze di breve/medio periodo dell’Area Euro sono diventate di nuovo attuali dopo un lungo periodo in cui ci si era focalizzati maggiormente sulle difficoltà di crescita globali. Le spinte ribassiste potrebbero continuare anche oltre la soglia di 1,26 contro Dollaro. Le materie prime seguono per la maggior parte le sorti delle valute, oltre che dei fondamentali macro dell’economia mondiale, che sembra comunque arrancare. Le peggiori performance sono quelle dei metalli industriali e delle materie prime energetiche, mentre i metalli preziosi si sono mossi in controtendenza mostrando una decorrelazione dai mercati che ultimamente era spesso mancata.
Dati Macro
I dati macro della scorsa ottava non hanno aiutato a portare ottimismo sui mercati, almeno nella prima parte della settimana. La notizia principale sembra comunque rappresentata da una presa d’atto da parte delle autorità del rallentamento dell’economia tedesca. I dati sugli ordini alla produzione e sulla fiducia degli imprenditori hanno confermato questa impressione che poi è stata riportata anche nelle parole di Draghi e della stessa Cancelliera tedesca. Un possibile ritorno alla crescita non è visto prima di un anno anche se più di un osservatore vorrebbe alzare questa asticella temporale. Buon dato invece dagli USA con l’inatteso aumento della fiducia dei consumatori salita a 84,9 dagli 82,6 di ottobre. In uscita il confidence index degli imprenditori cinesi, lo ZEW tedesco, dati sul PIL in Europa e la produzione industriale americana.
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