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Mercato europeo dei repo: l’ICMA analizza i potenziali effetti delle modifiche alle date di regolamento delle operazioni

2 Settembre 2014
Di cosa si parla in questo articolo

Il 21 agosto 2014 l’European Repo Council’s Operations Group dell’ICMA ha diffuso un report riguardante i potenziali impatti che si potrebbero determinare nel mercato europeo dei repo a seguito dell’adozione dei nuovi standard delle “date di regolamento” delle operazioni sui mercati finanziari, nei quali si passerà dall’attuale sistema con regolamento a tre giorni lavorativi (“T+3”) al nuovo sistema di soli due giorni lavorativi (“T+2”).

In particolare, come anche chiarito dal report dell’ICMA, la nuova regolamentazione europea dettata dal Regolamento UE n. 909/2014 (Central Securities Depository Regulation o “CSDR”) ha contribuito ad imporre una data comune di regolamento (che cada due giorni lavorativi dopo la chiusura di ciascuna operazione finanziaria) per le operazioni concluse all’interno dell’UE (nell’ambito di “trading venues”) su titoli negoziati, strumenti del mercato monetario, quote di fondi UCITS e anche (di riflesso) per le operazioni di security financing transactions concluse tramite repo sui suddetti strumenti.

Benché la normativa UE consenta un’applicazione non immediata di tale norma i principali mercati di azioni e strumenti finanziari europei stanno accelerando per portare – su base volontaria – la data di regolamento a T+2 già a partire dal prossimo 6 ottobre 2014. Nel report in questione, l’ICMA analizza gli impatti che ciò potrebbe determinare nel mercato dei repo, che è necessariamente collegato al mercato (e alle date di regolamento) degli strumenti finanziari che divengono sottostanti dei repo stessi. In tal senso, una delle principali conclusioni che l’ICMA ravvisa nel proprio studio è che se la generalità delle operazioni sul mercato prevedrà un regolamento a T+2 è concepibile che il mercato dei repo si assesterà su un regolamento a T+1 (vista la funzione di “funding” che spesso i repo assolvono quanto all’approvvigionamento dei titoli necessari a soddisfare una precedente operazione di vendita).

Nel documento si analizzano inoltre gli impatti che si produrranno sia a livello di attività pre-trading e post-trading nella documentazione delle operazione, sia per quanto concerne i meccanismi di clearing e settlement che saranno toccati dalla nuova regolamentazione. Infine, nell’ultimo paragrafo del report l’ICMA inserisce le proprie “recommendations” – indirizzate sia ai propri membri che alle autorità di vigilanza, come ad esempio l’ESMA – con le quali si cerca di evidenziare i punti su cui gli intermediari e le autorità di vigilanza dovranno prestare particolare attenzione nell’implementazione di un siffatto delicato passaggio.

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